Altro che "complice", il governo fa il record nella caccia agli evasori

Il recupero del Fisco sale a quota 31 miliardi. Giorgetti: "Riforma conclusa entro la primavera"

Altro che "complice", il governo fa il record nella caccia agli evasori
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«Il governo fa le carezze agli evasori» (20 giugno 2023). «La coperta della manovra è corta per colpa dei condoni» (15 ottobre 2023). «Il governo ha un atteggiamento di resa verso l'evasione fiscale» (23 novembre 2023). «Questo è un governo che fa regali agli evasori fiscali» (26 gennaio 2024). Per Elly Schlein, come per la sinistra tassa e spendi cui la segretaria Pd è vicina, il fisco è un'ossessione e la politica in materia di Giorgia Meloni una rinuncia all'applicazione della legge.

Ieri l'Agenzia delle Entrate ha presentato i dati sull'attività del 2023, anno interamente governato dal centrodestra. Il recupero dell'evasione fiscale ha segnato un nuovo record: 24,7 miliardi di euro, il 22% in più rispetto all'anno precedente (+4,5 miliardi), la somma più alta di sempre. Nel dettaglio, 19,6 miliardi derivano dalle ordinarie attività di controllo svolte dal fisco, mentre 5,1 miliardi da misure straordinarie, come rottamazione delle cartelle, definizione delle liti pendenti e pace fiscale.

«Grazie all'attività del personale di Agenzia delle Entrate, lo scorso anno sono stati recuperati 24,7 miliardi di euro, l'importo sale a 31 miliardi se si considerano anche i 6,7 miliardi recuperati per gli altri enti. Equivale quasi all'importo di una legge di Bilancio», ha spiegato il direttore di Agenzia delle Entrate Ernesto Maria Ruffini. In aumento anche il gettito spontaneo (imposte dirette, indirette, regionali e comunali) a quota 536,2 miliardi (+5%). Insomma, altro che bandiera bianca: il fisco funziona. Anche troppo bene. «Numeri che certificano l'efficacia delle iniziative del governo Meloni e l'inutilità delle accuse della sinistra», ha commentato Fausto Orsomarso, capogruppo Fdi in commissione Finanze al Senato.

Il ministro dell'Economia, Giancarlo Giorgetti, intervenuto alla presentazione dei risultati, ha sottolineato che la riscrittura «del sistema fiscale, che era nel programma di governo, dovrebbe concludersi entro la primavera». Il viceministro Maurizio Leo è invece tornato sulla questione del concordato preventivo puntualizzando che «non ci sarà nessuna persecuzione dei soggetti che non si sono allineati con il fisco, ma cercheremo di sapere perché il contribuente non si adegua». Insomma, «nessuna caccia alle streghe ma una ricerca puntuale». Attraverso analisi di rischio e controlli preventivi antifrode lo scorso anno l'Agenzia delle Entrate ha assicurato «minori uscite» a carico del bilancio dello Stato per 7,6 miliardi di euro tra crediti fittizi, indebite compensazioni e rimborsi Iva non spettanti. In attuazione delle norme introdotte per contrastare il fenomeno delle cosiddette partite Iva «apri e chiudi», l'Agenzia ha anche cessato d'ufficio circa 2.300 imprese. A questo proposito Ruffini ha rilevato che «l'applicazione di tecnologie come l'intelligenza artificiale in campo fiscale, propedeutica all'individuazione di potenziali fenomeni evasivi, ci consentirà di migliorare ulteriormente, nel pieno rispetto della privacy, la precisione delle analisi di rischio e supportare l'adempimento spontaneo da parte dei cittadini». Leo ha poi aperto a una eventuali riapertura dei versamenti di novembre e dicembre per la rottamazione-quater. «Sono stati presentati emendamenti (al dl Milleproroghe; ndr) e li studieremo».

Il ministro Giorgetti ha evidenziato che dal punto di vista macroeconomico ci sono «segnali di ripresa dall'ultimo trimestre 2023 e dall'inizio del 2024, modesta ma sempre superiore alla media dell'Eurozona».

Ieri l'Ocse ha confermato le stime 2024 e 2025 sul Pil italiano (+0,7% e +1,2% rispettivamente), mentre l'inflazione quest'anno dovrebbe calare più del previsto all'1,8% anche se le tensioni geopolitiche potrebbero comportare nuove fiammate.

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