"Altro che il Giglio magico. Qui c'è il crisantemo magico"

Il comico spezzino di nascita e da sempre di sinistra: "Perdono perché hanno perso il contatto con la gente"

"Altro che il Giglio magico. Qui c'è il crisantemo magico"

La parlantina è la stessa. La disillusione no. Difficile sentire il comico e cantautore Dario Vergassola, lui così di sinistra, dire parole così dure sulla sinistra che per decenni ha governato la sua La Spezia ora passata, come Genova, al centrodestra: «Renzi ha il giglio magico, qui c'era il crisantemo magico». Una delusione diluita nell'ironia ma comunque fortissima: «Dopo tanti anni, l'amministrazione si è incancrenita, un processo sotto gli occhi di tutti». Più chiaro di così.

Scusi, Vergassola, in che senso incancrenita?

«A La Spezia i politici della maggioranza hanno perso il contatto con la vita reale. Parlano solo tra di loro, vanno a cena tra di loro, si vedono soltanto tra di loro con un'arroganza e una spocchia refrattaria a qualsiasi consiglio».

Giusto, lei che è un elettore famoso perché non lo ha fatto presente?

«Ci ho provato. Ma se critichi, allora sei un gufo, un rompiballe. Se poi finisci a fare il bastian contrario, finisci per litigare. Non è facile far capire a una classe dirigente per quale motivo la gente la evita per la strada e non la saluta».

Risultato?

«Qualche volta, di fronte alle scelte del comune, mi è venuto da pensare: Ma non vi viene voglia di tornare a lavorare?. E non penso di essere il solo. A Spezia non ha vinto il centrodestra, ha perso la sinistra. E non ha senso che la sinistra finga di preoccuparsi per l'eventuale stretta sugli immigrati. Avrebbe dovuto pensarci prima e non lasciare che l'elettorato votasse a destra».

Una situazione speculare a quella nazionale.

«Renzi non è mai stato percepito come uno di sinistra dalla base del Pd. Specialmente dopo le cene di nascosto ad Arcore con Berlusconi... Pensano che alla fine lui abbia complottato con quello che per il partito è sempre stato l'avversario principale. In sostanza, Renzi viene considerato come un corpo estraneo alla sinistra. E poi questo cosiddetto cerchio magico è diventato impresentabile... Quando vedo la Boschi e altre rappresentanti del Pd ridere della Raggi, a me viene l'istinto di votare Grillo».

A Genova non hanno votato neanche lui.

«A Genova la crisi della sinistra parte ancora da più lontano. E l'operazione Toti non è soltanto il frutto di una impennata del populismo come fa comodo credere».

E cos'è?

«È senza dubbio anche un messaggio degli elettori di sinistra al proprio partito. Come a dire: non vogliamo neanche più a livello locale ciò che si vede a livello nazionale. Ma a Genova, dalla Paita a Cofferati, in questi anni sono stati fatti tanti errori evidentemente non capiti».

Perché?

«Forse per la distanza dall'elettorato. Al Pd piacciono le indagini di mercato sugli elettori? Bene, per capire la situazione venite nel mio bar, dove su 20 clienti, dieci non votano. Anzi undici, perché al ballottaggio non ho votato neanche io. Al primo turno sì. Dopo no».

E quindi?

«Se vuoi i voti, devi fare come i venditori di padelle: parlare con i clienti, andare a cercarli sul territorio. Ma i politici non lo fanno».

Bisognerebbe stimolarli.

«Allora votiamo una legge innovativa. Quanto è lo stipendio di un parlamentare? Mettiamo che sia dieci.

Lo prenderà tutto soltanto nel caso che nel suo collegio partecipino tutti gli elettori. Altrimenti si va in percentuale. Quaranta per cento di votanti? Quaranta per cento dello stipendio. E così via. Ho come l'idea che l'impegno e il rispetto per l'elettorato aumenterebbero...»

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica