Gli ambientalisti a Jovanotti: "Distruggi le spiagge"

Sotto accusa la tappa di Fermo del Jova Beach Party, che minaccia l'oasi di Casabianca

Gli ambientalisti a Jovanotti: "Distruggi le spiagge"

Il Jova torna sul luogo del delitto. Nella fattispecie la spiaggia libera di Casabianca a Fermo, dove il Jova Beach Party era calato, tra le polemiche, nel 2019 e dove sono previste il 5 e 6 agosto due date del nuovo tour. Non ci sta il Comitato TAG Costa Mare, che riunisce 15 associazioni ambientaliste (fra cui Legambiente, Lipu e Italia Nostra) costituitesi nel 2017 per promuovere e proteggere spazi protetti lungo la costa marchigiana.

La spiaggia è stata oggetto (dopo il Jova Beach Number 1) di una certosina opera di restauro ambientalistico che ha visto coinvolti l'Università di Pisa ma anche riserve naturali e biotopi costieri che hanno donato piante protette, semi e talee di specie rare da traslocare per ricreare quell'ambiente mediterraneo dunale atto ad accogliere il raro Fratino, ma anche tante altre specie animali. «Nel corso degli anni la spiaggia di Casabianca sarebbe potuta tornare a essere quello che era prima della distruzione perpetrata dalla prima sciagurata edizione del JBP del 2019», scrive il Comitato. Tra i promotori del progetto di ripristino c'era quello stesso comune di Fermo che ha autorizzato i concerti, e che dal 12 maggio al 20 luglio aveva contingentato l'accesso alla spiaggia al «divieto di arrecare disturbo alla attivita riproduttiva della specie Fratino mediante qualunque comportamento che possa compromettere o porre a rischio l'azione di cova, la schiusa delle uova, la buona e sicura crescita dei piccoli». Il 21 luglio sono arrivate le ruspe.

Il Comitato TAG però non si dà per vinto. Ieri c'è stato un sit-in in loco con cartelli che recitavano «Jova Beach Party, Fermo!» e «Jova non romperci le uova» (del Fratino, s'intende). Il sindaco Paolo Calcinaro parla di polemiche strumentali, ricadute economiche positive dai 30mila spettatori previsti e garanzie ecologiche sufficienti. L'economia, insomma, resta l'ombelico del mondo.

Il Cherubini nazionale parla di «visione del mondo che tenga insieme lo spirito del rock'n'roll e l'attenzione per l'ambiente senza usare parole a caso, ma facendo le cose meglio che si può!».

Ma resta il dubbio sulla necessità di organizzare eventi monstre in ambienti fragili come le aree litoranee, per poi raccogliere fondi per preservare le stesse, con un tour che, man mano che procede, inanella polemiche. Vien da dire: errare humanum est. E perseverare?

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica