
Per la prima volta dall'inizio della guerra in Ucraina, Usa e Russia si siedono a un tavolo per iniziare i colloqui che dovrebbero portare a un accordo di pace. A Riad, in Arabia Saudita, si incontrano oggi il segretario di Stato americano Marco Rubio e il ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov. Il conflitto dovrebbe essere solo uno dei punti all'ordine del giorno tra le due potenze (al momento rimangono esclusi ucraini ed europei), ma è chiaro che l'appuntamento volto a ripristinare le relazioni tra Mosca e Washington dopo tre anni di quasi totale congelamento punta a gettare ufficialmente le basi per i negoziati sulla pace e per un incontro tra Donald Trump e Vladimir Putin.
Al summit nel Paese del Golfo partecipano insieme a Rubio anche il consigliere per la sicurezza nazionale Mike Waltz e Steve Witkoff, inviato del presidente per il Medioriente, mentre ad accompagnare Lavrov è l'assistente presidenziale Yuri Ushakov. Gli Stati Uniti vogliono un cessate il fuoco in Ucraina prima di Pasqua, il 20 aprile, ed entro poche settimane, o addirittura giorni, potrebbero presentare il piano. Keith Kellogg, inviato di Trump per l'Ucraina, ha detto ai giornalisti che nessuno imporrà un accordo a Volodymyr Zelensky, assicurando che la decisione spetterà a lui e al suo popolo. Kellogg, che sarà a Kiev giovedì, ha parlato pure di una serie di negoziati «a doppio binario». E anche Rubio ribadisce che l'incontro di oggi cercherà di aprire una conversazione più ampia che «includa l'Ucraina e porti alla fine della guerra», poiché «il processo verso la pace non è una questione di un incontro».
Zelensky comunque, che oggi è atteso in Turchia e domani in Arabia Saudita, avverte chiaramente che «non riconoscerà» alcun accordo tra Russia e Usa raggiunto «su di noi senza di noi». E precisa pure che «non sapeva nulla» dei colloqui a Riad, arrivando anche a dire che «gli Stati Uniti dicono cose gradite a Putin perché vogliono compiacerlo». Mentre il suo primo consigliere e braccio destro, Myhailo Podoljak, a Quarta Repubblica ricorda il pensiero del presidente secondo cui «prima di qualsiasi negoziato bisogna trovare una posizione comune tra Usa, Ucraina e Ue». «La presenza dell'Europa al tavolo è assolutamente imprescindibile - prosegue - e la guerra può cessare solo con adeguate garanzie per il nostro Paese di cui ancora non si sta parlando».
Il Cremlino, intanto, conferma l'incontro a Riad «su istruzione del presidente Putin, che sarà dedicato principalmente al ripristino dell'intero complesso delle relazioni russo-americane». Il portavoce Dmitri Peskov afferma che discuteranno anche della «preparazione di possibili negoziati per una soluzione» del conflitto in Ucraina e «dell'organizzazione dell'incontro di Trump e Putin». Anche il tycoon, a chi gli domanda dei tempi di un bilaterale risponde: «Nessuna data stabilita, ma potrebbe essere molto presto». «Questo avrebbe dovuto essere fatto quattro anni fa, tre anni fa, prima che iniziasse il conflitto, o subito dopo che è iniziato, invece di farlo ora, tre anni dopo», precisa in riferimento ai colloqui.
I sauditi, intanto, fanno sapere che Riad farà di più che ospitare i primi negoziati tra americani e russi sulla guerra in Ucraina, ma che saranno coinvolti in un ruolo di mediazione.
La spinta di Trump per i colloqui bilaterali con Mosca ha suscitato allarme nel Vecchio Continente sul posto che avranno Ucraina e gli alleati europei al tavolo delle trattative, oltre a suscitare preoccupazioni sul fatto che il presidente americano potrebbe fare concessioni alla Russia portando all'indebolimento dell'architettura di sicurezza dell'Europa e la sua partnership di difesa con gli Usa.
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