Anche i preti ora aprono alle unioni civili

Da Torino arrivano critiche verso la posizione ufficiale di Bagnaso

Anche i preti ora aprono alle unioni civili

Anche i preti sono a favore delle unioni civili. La Stampa ha fatto un viaggio tra le chiese di Torino insieme a sei omosessuali, sia gay che lesbiche, per capire le reazioni dei sacerdoti di periferia. I sei omosessuali sono cattolici e hanno un'età compresa tra i 22 e i 65 anni e si sentono esclusi dalla Chiesa, ma ora pare che il nuovo corso impresso da Papa Francesco stia cambiando le cose.

Il primo prete interpellato è un salesiano di mezza età secondo il quale "l’omosessualità è una devianza, ma Dio ama tutti" anche se bisogna "resiste alle tentazioni". L'omosessuale gli spiega che vorrebbe sposare il suo compagno ma per il prete “le nozze sono sempre tra uomo e donna” ma se desideri un figlio, non me la sento di dirti no”. Non importa se manca la figura materna perché tanto ci sono sempre le nonne. In un’altra parrocchia il padre va dritto al punto: “Ogni prete ti direbbe una cosa diversa. Quello che ti dico io è: non decidono né i politici né i vescovi, siete tu e il tuo compagno davanti a Dio”. Bagnasco “fa il suo lavoro” ed è bene “non ascoltare le radio dove si sentono invettive e scomuniche”. In sintesi Radio Maria.“Non sei il primo. E nemmeno l’ultimo” dice un altro prete per il quale l’omosessualità non è da considerarsi una malattia come il cancro.

Secondo questo sacerdoti si può essere omosessuali e cattolici. “L’importante è non vivere l’omosessualità nel peccato”, cioè facendo sesso. Poi a sorpresa dice: “Sai una cosa? Io sono favorevole a questa legge. Il matrimonio è cosa ben diversa, ma estendere diritti e doveri è giusto”. Però permane la contrarietà verso la stepchild adoption: “questo è inaccettabile, ogni bambino ha bisogno di una mamma e di un papà”. Sul caso Bagnasco un altro prete dice: “Il presidente della Cei ha chiesto libertà di coscienza, da Grasso e Renzi sono arrivate risposte dissennate. Se ognuno vota cosa gli dice il partito, diventiamo come la Nord Core”.

È un anziano sacerdote salesiano che fa un’apertura sulle unioni civili: “Anzi, bisognerebbe chiamare le cose con il loro nome: matrimonio omosessuale. Il mio consiglio però è di pensarci bene. È lo stesso consiglio che do alle coppie eterosessuali…”. Un giovane religioso, infine, azzarda: “Nemmeno il Papa può stabilire cos’è morale e cosa no”.

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