Bisogna davvero avere paura della rivoluzione tecnologica oppure gli uomini possono dominarla? I cristiani, per esempio, è come se usassero Chat GPT da almeno duemila anni nella sua forma più completa, potendo connettersi a Dio con lo Spirito Santo.
Confrontare lo Spirito Santo con uno strumento moderno come un assistente virtuale, è un paragone di sicuro provocatorio perché, secondo la fede cristiana, lo Spirito Santo connette Dio e l'uomo illuminando l'intelligenza spirituale del credente. Invece, ChatGPT è un modello di intelligenza artificiale, uno strumento tecnologico che risponde alle domande basandosi su dati, algoritmi e calcoli statistici.
Il rapporto con Dio, però, può fare miracoli: è trascendente, non manipolabile e supera i limiti umani. L'intelligenza artificiale, invece, resta un'entità materiale, un oracolo minimalista che induce gli uomini a guardare la terra. Non solo non colma il vuoto spirituale, ma rischia di alimentarlo. L'uomo moderno, isolato dalla dimensione spirituale e immerso nel consumismo, finisce per affidarsi a strumenti laici come l'IA, dimenticando di poter dialogare con Dio. In questo contesto, uno strumento laico che offra risposte, consigli o persino conforto psicologico rischia di sostituire la dimensione spirituale.
Lo Spirito Santo è la presenza divina che guida, illumina e dà forza ai credenti, rendendo possibile la relazione vissuta con Dio. La preghiera è un dialogo, una «chat» con Dio nell'interno della coscienza, attraverso lo Spirito Santo. Il dialogo con Dio per i cristiani è, in un certo senso, l'antenato spirituale di qualsiasi strumento che permetta di ottenere risposte o confronto. Ma la trascendenza rappresenta qualcosa che supera i limiti umani e che, per definizione, esiste in sé stessa e non è manipolabile dall'uomo.
Mentre lo Spirito Santo guida l'uomo verso la trascendenza, l'IA offre strumenti terreni, utili ma limitati, che riflettono la fallibilità e i valori di chi li ha creati. Ogni sistema d'IA può essere addestrato per promuovere scelte o interpretazioni a scapito di altre. Con filtri etici e criteri di moderazione i programmatori decidono quali contenuti sono ammessi e quali no.
La «morale del programmatore» e i contesti sociali ed economici in cui l'IA è sviluppata plasmano i risultati, rispecchiando valori e limiti dell'umanità. Inoltre, in quanto costrutto umano, l'IA non è infallibile: può sbagliare o essere manipolata per scopi non etici.
Chi matura una sensibilità spirituale grazie al rapporto con Dio non deve temere le innovazioni tecnologiche. Al contrario, può servirsene con discernimento, mantenendo saldo ciò che conta davvero: crescere nella fede e nell'amore verso Dio e il prossimo.
Un'ottima guida per orientarsi è il «discernimento degli spiriti», descritto negli Esercizi spirituali di Ignazio di Loyola. Questo approccio aiuta a leggere i moti interiori pensieri, emozioni per capire se sono orientati verso il Bene. È una palestra per la coscienza, che insegna a distinguere con onestà i diversi impulsi e a valutare se sono in linea con l'amore, la verità e la giustizia o se nascondono egoismi. Una volta riconosciuta la fonte di un movimento interiore (spirito buono o spirito cattivo), la volontà può compiere la sua scelta. È un allenamento che rende la coscienza più vigile. Ci abitua a non decidere d'impulso o per convenienza, ma a confrontare ogni pensiero con criteri di amore e verità.
È uno strumento prezioso anche nell'uso delle tecnologie: aiuta a non farsi manipolare e a mantenere vivi i propri valori.
È un dono per affrontare tempi difficili tornando a adoperare il cuore. Il Novecento ci ha insegnato che possiamo cambiare il mondo: il futuro dipende da noi e da quanto sapremo custodire quella dimensione interiore che nessuna macchina potrà mai sostituire.
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