Anche Marco Travaglio si iscrive al "premio Fassino" 2022. Come la sua firma di punta Alessandro Di Battista, anche il direttore del Fatto Quotidiano pecca di presunzione vergando un editoriale che sa di profezia al contrario.
Scrive Travaglio: "L’altra sera, mentre tg e talk rilanciavano l’ennesima fake news americana dell’invasione russa dell’Ucraina (ancora rinviata causa bel tempo), eravamo tutti col fiato sospeso in attesa del Verbo. Ora – ci dicevamo – parla Draghi, nuovo Salvator Mundi, e mette in riga quel tamarro di Putin".
Il pezzo è uscito in edicola il 23 febbraio. Ieri. Dodici ore dopo la Russia ha effettivamente invaso l'Ucraina. La mossa di Vladimir Putin di rompere gli indugi, con questa portata, sarà stata una sorpresa un po' per tutti, e l'intelligence americana aveva effettivamente preso un granchio con gli avvisi di "invasione il 16 febbraio", ma di Travaglio, così come di Dibba, colpisce la carica perentoria che nel caso del direttore oltre alla poca verve geopolitica pecca anche di presunzione nei confronti di Mario Draghi.
Utilizzare la crisi in Ucraina per bacchettare il premier si è rivelato un boomerang imbarazzante, visto che Draghi aveva annullato i lavori per il meeting con Putin a Mosca (che comunque sarebbe stato tardivo), programmato per la settimana in corso ma che evidentemente Draghi, conscio della possibile evoluzione degli eventi, ha cestinato per non passare alla storia come l'ultimo premier occidentale ad andare al Cremlino prima dell'invasione dell''Ucraina.
Una cautela che potrebbe, dovrebbe servire da lezione a Travaglio, partito all'attacco all'arma bianca ma respinto con
perdite dalla mera cronaca. Anche Draghi, però, per il futuro, ha imparato una cosa importante: di fronte a una scelta difficile, gli basterà consultare i "consigli" del Fatto Quotidiano per capire cosa non fare.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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