La novità è spuntata durante un webinar con il sottosegretario all'Economia Pier Paolo Baretta. Poco valorizzata nonostante (ma forse proprio perché...) si tratti di una partita da qualche miliardo di euro, sottratto alle imprese.
In sintesi, il governo intende confermare per altri tre anni lo split payment, cioè il regime di pagamento dell'Iva riservato ai privati che hanno a che fare con la pubblica amministrazione introdotto nel 2015. In sintesi, i fornitori emettono fattura ma non incassano l'Iva che resta in carico al pagatore, lo Stato. Una partita di giro che comporta anche la sottrazione di liquidità alle imprese.
Il governo in carica non sembrava ben disposto verso il pagamento «scisso» dell'Iva. Il Movimento 5 stelle aveva tra i punti del suo programma l'abolizione.
Oggi, proprio nel momento in cui il governo è impegnatissimo a garantire prestiti e a erogare contributi a fondo perduto alle aziende, si punta a prorogare la misura. «Se dovessimo abolire lo split payment - ha spiegato Baretta - dovremmo immaginare una copertura, cosa non facile in questo momento in cui con le manovre che abbiamo fatto il deficit è arrivato al 10,4%».
Sono 3,4 miliardi di gettito in meno. Messa così sembrerebbe un'altra partita di giro. Da una parte i soldi entrano, dall'altra tornano alle aziende. Ma non è così, denuncia il presidente dell'Ance Gabriele Buia: «Sarà l'ennesima prova che invece di voler aiutare le imprese si fa di tutto per farle chiudere soprattutto in questo momento».
Non c'è solo la contraddizione con i miliardi dati in garanzia per la liquidità fornita dalle banche al tessuto produttivo. Se da un lato il governo punta a incassare subito l'Iva dei suoi acquisti, i rimborsi della stessa imposta dovuti ai privati non arrivano mai. L'Italia, ricorda l'Ance, è fanalino di coda Ue per rimborsi Iva. Servono 63 settimane contro le 16 della media europea. In altre parole, per riavere quello che lo Stato pretende subito le aziende dovranno aspettare mesi.
Si potrebbe pensare, che la proroga dello split payment sia un prezzo accettabile perché serve a combattere l'evasione da Iva e a pagare per le misure messe in campo dal governo. Ma le cifre suggeriscono altro.
Solo per il settore delle costruzioni, denuncia l'Ance, la norma «drena 2,5 miliardi all'anno alle imprese». Quanto alla lotta all'evasione «sono balle», secondo Buia. Anche perché, rispetto a quando è stata varata la norma sul pagamento scisso dell'Iva, è entrata in vigore la fatturazione elettronica «che consente di controllare in modo capillare i versamenti».
Se si allarga lo spettro dalle imprese delle costruzioni a tutte le attività private che hanno a che fare con lo Stato, la perdita totale di liquidità è stimabile per il 2019 in 12,4 miliardi, secondo uno studio di I-Com Istituto per la competitività, presentato in occasione del webinar organizzato da BFF Banking Group.
Si sta quindi aprendo un nuovo fronte tra governo e imprese, che potrebbe fare passare in secondo piano quanto fatto per la liquidità.
«L'eventuale proroga dello split payment sarebbe un atto mortale per chi opera con la Pa», ha denunciato Gabriele Scicolone, presidente dell'Oice, associazione aderente a Confindustria che rappresenta le società di ingegneria e architettura italiane. Con la proroga per un altro triennio «verrebbe meno la logica di quanto il Governo ha fatto per immettere liquidità e sostenere le imprese durante il Covid-19».AnS
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