Anzaldi contro Vespa: "Nel 2001 favorì Berlusconi"

Il renziano Anzaldi, membro della commissione di Vigilanza Rai, si scaglia contro Vespa che ha rivelato di aver inventato "il contratto con gli italiani"

Anzaldi contro Vespa:  "Nel 2001 favorì Berlusconi"

Michele Anzaldi contro Bruno Vespa. Il deputato renziano del Pd, membro della commissione di Vigilanza Rai, ora se la prende con il conduttore di Porta a Porta per la sua intervista al Fatto Quotidiano dove racconta come è nato il famoso “contratto con gli italiani” di Silvio Berlusconi. Anzaldi guida una nuova crociata contro l’ex premier parlando di “violazione gravissima” da parte di Vespa. “Un conduttore Rai, a pochi giorni dal voto del 2001, – spiega a La Stampa – invece di onorare la propria funzione di giornalista imparziale, aiutò uno dei concorrenti in campo a rendere più efficace il suo messaggio propagandistico agli elettori”.

Vespa, infatti, nella sua intervista, aveva spiegato che la firma del ‘celebre contratto’ era stata pensata proprio a ‘Porta a Porta’ perché Berlusconi voleva soltanto “fare l’annuncio, un patto con gli elettori, qualcosa del genere”. Poco importa se sono passati ormai quindici anni. Anzaldi, da bravo antiberlusconiano, vuole andare fino in fondo alla faccenda visto che Vespa allora si comportò più da spin doctor che da conduttore televisivo. Considerato che Vespa “rimane il principale, se non quasi l’unico, conduttore dell’informazione Rai di seconda serata, sarebbe opportuno che le autorità di garanzia si pronunciassero”, attacca il guru di una nuovo crociata contro il Cavaliere.

Il deputato dem invoca l’intervento dell’Ordine dei giornalisti del Lazio e dell’Agcom. “L’ammissione di Vespa non configura una violazione delle regole deontologiche e della par condicio?”, si chiede il commissario della Vigilanza democratico che considera quel passaggio televisivo determinante per dare credibilità agli impegni presi da Berlusconi in campagna elettorale.

“Ora – conclude Anzaldi si ha la conferma che quella credibilità fu, addirittura, architettata dallo stesso Vespa: il servizio pubblico pagato da tutti i contribuenti può permettersi uno squilibrio del genere?”.

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