Anziana massacrata con un ferro da stiro: trovate tracce di Dna, il killer ha le ore contate

Per la polizia è un bandito improvvisato che ha seguito in casa la vittima

Anziana massacrata con un ferro da stiro: trovate tracce di Dna, il killer ha le ore contate

Miano. Un uomo con qualche piccolo precedente alle spalle, se non addirittura un incensurato. Dopo una rapina fallita un criminale incallito infatti sarebbe fuggito subito, facendo perdere le proprie tracce. Senza perdere la testa, spingendosi addirittura a uccidere una 90enne quasi cieca dopo averle sferrato con estrema violenza dei colpi di ferro da stiro alla testa e infine, allo scopo di cancellare ogni traccia del proprio passaggio, dar fuoco all'appartamento e sfiorare così il rogo dell'intero stabile, ovvero una tragedia di ancora più ampie proporzioni.

Vanno in questa direzione le indagini della squadra mobile sull'omicidio della ex sarta in pensione, Fernanda Cocchi, uccisa venerdì pomeriggio nel suo appartamento al primo piano nel condominio di via Ponte Seveso 26, in zona Garibaldi e a due passi dalla stazione Centrale, a nord della città. Al momento dell'aggressione la donna - che di solito andava a fare la spesa nel supermercato sotto casa - indossava una tuta da ginnastica perché venerdì non era ancora uscita dal suo appartamento.

Gli investigatori della polizia, guidati dal dirigente Marco Calì, hanno analizzato proprio le immagini registrate delle telecamere del Carrefour di via Ponte Seveso e relative a giovedì, l'ultima volta che la signora Cocchi era stata notata tra i banchi del supermercato. Questo allo scopo di esaminare eventuali soggetti che, alla cassa, magari potevano aver adocchiato il denaro che la donna aveva nel portafogli. Si trattava comunque non più di qualche decina di euro. Era il nipote, figlio di sua sorella e unico parente rimasto all'anziana, che ogni mese ritirava la pensione per lei e poi le dava di volta in volta, i soldi di cui aveva bisogno. La 90enne infatti, vista l'età avanzata e il fatto di essere ipovedente, temeva gli estranei. E oltre a dare confidenza solo a chi conosceva bene, voleva ridurre al massimo la possibilità di essere rapinata, così andava in giro con poco denaro. Evitava inoltre di farsi portare il trolley della spesa.

Ciò non toglie che l'uomo che l'ha uccisa possa averla notata prima di venerdì, giorno del delitto, proprio al supermercato, per poi magari seguirla nel palazzo dove abitava e quindi mettere a punto quella che deve essergli sembrato un colpo facile una rapina facile. L'altro ieri, quando l'assassino è arrivato davanti all'ingresso dall'abitazione della Cocchi, ha quindi attaccato con dello scotch un foglio di carta sullo spioncino. Una pratica quasi routinaria dei balordi per evitare che dall'interno, prima di aprire la porta, il padrone di casa possa vedere in anticipo chi si troverà davanti e, non conoscendolo, magari evitare di aprirgli l'uscio. Lo sconosciuto così è riuscito a entrare in casa.

E in queste ore il gabinetto di polizia Scientifica della questura, che con i suoi uomini ha setacciato l'appartamento della morta e tutta l'area dell'ingresso della palazzina a cinque piani, sta cercando di risalire a lui grazie al suo Dna.

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