Milano. Un omicidio. E di quelli brutali, da romanzo dell'orrore più che da thriller. Ieri mattina infatti il cadavere in avanzato stato di decomposizione di una vedova di 83 anni, da tempo affetta da demenza senile, è stato trovato fatto a pezzi all'interno della vasca da bagno del suo appartamento, al secondo piano dello stabile di via Boves 10, a Melzo, una ventina di chilometri a est di Milano. Si tratta di Lucia Cipriano, originaria di San Giorgio Jonico (Taranto), ma residente da sempre nel Milanese. Nella serata di ieri il pm di Milano Elisa Calandrucci ha fermato una delle tre figlie della donna, una 58enne residente a Mediglia (Milano) che per il momento si è avvalsa della facoltà di non rispondere. L'accusa sarebbe quella di omicidio volontario.
Il dramma inizia presto ieri mattina, all'arrivo a Melzo di una delle tre sorelle figlie della Cipriano, una 47enne che da anni vive a Trento. Come spiegherà più tardi la donna ai carabinieri del nucleo investigativo del comando provinciale di Milano - guidati dai colonnelli Michele Miulli e Antonio Coppola che lavorano sul caso insieme ai colleghi della Rilievi e della compagnia di Pioltello (Milano) - non sentiva la madre da oltre due mesi e aveva capito che qualcosa non andava. La sorella, residente nella località a pochi chilometri dalla madre, le aveva detto che l'anziana era stata portata in una Rsa, ma il suo tono poco rassicurante (la 58enne probabilmente soffre di non ben precisati problemi psichici, anche se non risulterebbe affetta da patologie certificate da specialisti) hanno indotto la donna a mettersi in macchina dal Trentino per raggiungere la provincia di Milano e controllare di persona le condizioni della mamma. Una donna che, non avendo alcuna autonomia, da tempo non poteva condurre una vita sociale e quindi viveva quasi relegata in casa.
Quando la sorella più grande ieri intorno alle 11 conduce l'altra nell'appartamento di Lucia Cipriano si trovano davanti uno spettacolo raccapricciante: il cadavere dell'anziana è nella vasca da bagno fatto a pezzi. La testa, il tronco, il bacino e le gambe sono immerse in un liquido che, come concluderanno gli investigatori più tardi, sarebbe da far risalire al liquido della decomposizione. Per ora però non si esclude che la poveretta, prima di essere fatta a pezzi, sia stata annegata nell'acqua della vasca dove poi è rimasta per almeno un paio di mesi. L'altra ipotesi è che l'anziana sia stata prima soffocata.
Mentre sulla terza figlia della vittima, che abita a Melzo, pare non si concentri alcun sospetto degli inquirenti o comunque non si ipotizzi un suo coinvolgimento nell'omicidio dell'anziana mamma, gli investigatori cercano ora di individuare il movente di questo terribile delitto. Che, a detta di tutti, non troverebbe alcuna spiegazione logica se non nel desiderio della figlia 58enne di Mediglia di porre fine alle sofferenze della madre. Da troppo tempo infatti Lucia Cipriano conduceva una esistenza-fantasma.
Alcuni vicini hanno detto ieri di averla notata poco prima della sua scomparsa, appunto un paio di mesi fa, sul pianerottolo, completamente in balia della sua malattia.Una vicenda tristissima e dolorosa, sfociata in un gesto agghiacciante se si pensa a questa figlia che avrebbe ucciso e poi tagliato a pezzi la donna che l'aveva messa al mondo e che curava da anni.
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