Gli appalti del sindaco M5S finiti a una coop di Buzzi

Grillini nei guai, i rifiuti di Pomezia andati a Mafia Capitale Caos Campania, chiesto l'arresto di un senatore azzurro

D i questo passo, la campagna elettorale per le Amministrative converrà tenerla direttamente nelle discariche abusive, tra liquami, percolati ed esalazioni tossiche. Ogni comizio, un drappello di carabinieri pronti a intervenire. Tale è il livello dello scontro, tale la paura che gli ultimi sondaggi hanno iniettato nel partito di maggioranza (assai relativa), al secolo Pd. Per il momento, l'obbiettivo dichiarato degli uomini di Renzi è lo scalpo dei giovanotti - spesso senza né capo né coda - reclutati on-line dai Cinquestelle. Ma si andrà di certo a «migliorare», laddove il «pericolo» dovesse essere costituito dal centrodestra. Senza poi che i grillini, per via televisiva o telematica, a torto o a ragione, rinuncino a render pan per focaccia. Dopo il caso di Quarto e del consigliere in odore di camorra, con il sindaco espulso da Grillo e Casaleggio, ecco aprirsi un nuovo fronte a Pomezia, già polo industriale dell'hinterland romano. Una presunta sanatoria per gli ultimi due piani di nove palazzine - questo il livello dell'epica tenzone - disposti dal sindaco grillino Fabio Fucci, diventa «il fatto del giorno» dell'Unità, un tempo glorioso quotidiano fondato da Antonio Gramsci. Alle due pagine di accuse assai stiracchiate (il sindaco preannuncia querele, i grillini cadono ancora una volta nella provocazione), viene aggiunto un po' di mordente dall'annuncio di interrogazione da parte di Emanuele Fiano, responsabile Riforme e sicurezza del Pd. Fiano adombra il dubbio di «appalti alla coop legata a Buzzi anche dopo gli arresti di Buzzi e Carminati e l'esplosione dello scandalo: il sindaco Fucci di Pomezia risponda». Anche per questa seconda accusa, senz'altro più grave, ci sarà strascico di carte bollate e polemiche. Il presidente pidino Matteo Orfini, già sotto botta per l'intera vicenda Marino-Mafia capitale- corruzione del Pd romano, attacca Grillo e Di Maio in un paio di cinguettii su Twitter a proposito di «onestà e trasparenza» che non sono solo slogan, mentre Di Maio «un confronto dovrebbe farlo con la sua coscienza...». Anche tale Lorenza Bonaccorsi, responsabile cultura (?) pidì, sfida Di Maio e Di Battista, alfieri grillini già acciaccati dal goffo video di autodifesa sul web. «Falliscono e si cacciano tra loro», sfotte il senatore Stefano Esposito (balzato agli onori della cronaca per aver cantato in radio, ai tifosi della città di cui era stato appena nominato assessore, il noto ritornello da stadio: «Roma merdaaa»).E di quello si tratta, secondo il più classico dei motti della politica: sudore, sangue e quella roba lì. Nel frattempo, la presidente Antimafia Bindi si riserva martedì di ascoltare la sindaca di Quarto, avvertendo che «la lotta alla mafia non deve rappresentare uno strumento di lotta fra le forze politiche», e il presidente dell'Autorità anticorruzione, Raffaele Cantone, chiede di «prendere con le pinze» la vicenda di Quarto, che dimostra quanto la camorra sappia essere «trasversale e de-ideologizzata».Altra inchiesta partita nel 2010 (sulla raccolta dei rifiuti a Ischia e in altri comuni campani) «frutta» invece l'emissione di undici ordini di custodia cautelare: uno dei quali per il senatore di Forza Italia Domenico De Siano.

La richiesta di autorizzazione a procedere è giunta a Palazzo Madama proprio mentre l'eurodeputato Nicola Caputo, stavolta pidino tirato in ballo da Grillo e dal Fatto di Travaglio, nega di essere indagato dalla Dda in qualità di referente dei Casalesi. Allegri, le Amministrative arrivano «soltanto» tra quattro mesi.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica