Neppure a Torino, storica roccaforte delle sinistra, il Pd può dormire tranquillo. La corsa per la riconferma di Piero Fassino è tutt'altro che scontata. Il problema, con un centrodestra diviso tra tre candidati (uno di Forza Italia, uno della Lega e l'altro di Ncd) è costituito dal Movimento Cinque Stelle. La candidata grillina Chiara Appendino, famiglia della borghesia torinese in buoni rapporti con la Confindustria locale, ha il profilo adatto per pescare anche nell'elettorato moderato, non solo nel bacino antipolitico del M5s. Se al primo turno l'ex segretario Ds è dato in ampio vantaggio, i problemi seri nascono al ballottaggio.
L'ultimo sondaggio Emg per La7 assegna al candidato Pd un vantaggio, al secondo turno, di soli due punti rispetto alla grillina: 51% a 49%. Un risultato in bilico, difficile da stimare perché pesa l'incognita sulle mosse degli altri partiti.
In particolare la Lega nord, il cui leader Matteo Salvini ha già fatto capire che al ballottaggio farà convergere i suoi voti per la Appendino, come per la Raggi a Roma, con l'obiettivo di far perdere il Pd. Per questo Fassino è corso ai ripari imbarcando transfughi del centrodestra cittadino (ex Forza Italia ed ex Udc), e poi i Moderati di Portas. Basterà? PBra
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