L'Argentina ha legalizzato l'aborto nella notte tra martedì e ieri mattina. Dopo oltre 10 ore di dibattito, il Senato di Buenos Aires ha infatti approvato con 38 voti a favore e 29 contrari la legge già passata alla Camera tre settimane fa. Si tratta di una riforma storica perché, innanzitutto, l'Argentina è il primo grande paese latinoamericano a consentire l'interruzione della gravidanza senza motivo, se non per libera scelta della donna. «L'aborto sicuro, legale e gratuito è legge - ha scritto il presidente Alberto Fernández alle 5 di ieri mattina sul suo Twitter - Avevo promesso di farlo in campagna elettorale: oggi siamo una società migliore che amplia i diritti alle donne, garantisce la salute pubblica e recupera il valore della parola data e dell'impegno politico».
Di tutt'altro parere la Chiesa cattolica. «È molto triste che con un Papa argentino e quando c'è un partito al governo i cui fondatori e presidenti sono stati contro l'aborto (Perón e Néstor Kirchner, nda), abbiano approvato una legge anticostituzionale, antiumana e anticristiana, lasciandosi colonizzare ideologicamente dal pensiero dominante», ha dichiarato al quotidiano La Nación, il 78enne Monsignor Marcelo Sánchez Sorondo, da 20 anni Arcivescovo di Vescovio, nel Lazio nonché Cancelliere della Pontificia Accademia delle Scienze e delle Scienze Sociali del Vaticano. Papa Francesco ha twittato a poche ore dal voto: «Ogni persona scartata è figlia di Dio», per poi scegliere il silenzio dopo l'ok - a parte la frase alla Catalano «siamo tutti nati perché qualcuno ha desiderato la vita per noi» - mentre la Conferenza Episcopale Argentina ha assicurato che continuerà a «lavorare con fermezza e passione nella cura e nel servizio alla vita».
Certo, anche Guyana ed Uruguay si erano già dotate da qualche anno di una normativa simile anche se, quella approvata ieri nel Paese del tango, è più permissiva, consentendo alle donne di interrompere la gravidanza fino alla quattordicesima settimana (in Italia è alla tredicesima, in Uruguay alla dodicesima). Inoltre, per evitare che qualsiasi modifica di articolo costringesse di nuovo a tornare alla Camera per ricominciare l'iter, la nuova legge approvata ieri consente anche alle bambine con meno di 13 anni di abortire se accompagnate da almeno un genitore, e di farlo da sole alle adolescenti tra i 13 e i 16 anni (avranno però bisogno di un'autorizzazione genitoriale o del tutore se a detta dei medici vi fossero rischi per la salute).
L'opposizione alla legge, i cosiddetti «celesti» dal colore dei foulard usati dai gruppi pro vita, ha già detto che farà ricorso alla Giustizia, considerando l'aborto un omicidio ma, come già accaduto in Uruguay quando si tentò di fare la stessa cosa, le chance che ci riesca è praticamente nulla. Sono invece in festa «las verdes», ovvero le femministe che hanno scelto come simbolo della lotta pro aborto foulard e vessilli di color verde. Molto hanno poi fatto discutere le centinaia di giovani che sino all'alba di ieri hanno ballato per ore davanti al Parlamento senza mascherine né rispettando alcun distanziamento mentre, in Senato, si raggiungeva il quorum minimo di 37 voti per approvare la nuova legge. Il video di queste agglomerazioni, rilanciato dai media, ha fatto arrabbiare parecchi argentini che proprio stanotte dovranno limitare i festeggiamenti di Capodanno per le rigide regole anti-pandemiche imposte dal governo.
Uno di questi è Enzo, panettiere che per il lockdown ha perso il lavoro: «Se stasera esco senza mascherina mi fanno un c così e la multa si sfoga mentre a chi ballava guancia a guancia davanti al Parlamento l'altra notte nessuno ha detto nulla».
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.