«Avevo una Glock e ci sono andato a scuola» e ancora: «Avete mai fatto una molotov? Io sì...». Per oltre cinque mesi la Postale ha tenuto sotto controllo le chat su Telegram e ha trovato una miniera di messaggi allarmanti, tutti su armi ed esplosivi e tutti di adolescenti. Ieri l'inchiesta ha avuto una svolta con le perquisizioni chieste dal capo della Procura per i minorenni di Milano, Ciro Cascone, e dal pm Sabrina Ditaranto. Sono state eseguite dagli agenti della polizia postale insieme a quelli della Digos a Milano, Avellino, Lecce, Pisa, Sassari, Nuoro e Treviso.
Gli indagati sono una decina, tutti minorenni, tra loro il ragazzino che si è vantato di essere andato a scuola portando una Glock. Le chat sulla piattaforma social vanno oltre la vanteria però. I ragazzi chiedono consigli e danno istruzioni su come maneggiare le armi, come miscelare esplosivi, come fabbricare ordigni. E si scambiano foto e video dei risultati ottenuti oppure delle armi in posa o mentre le usano. Ecco alcuni dei messaggi scovati su internet dagli esperti del Centro operativo per la sicurezza cibernetica di Milano. «I miei genitori sono contrari alle armi allora me le fabbrico io oppure me le prendo da qualche parte... Ci ho sparato con una Glock vera... Te lo dico perché le modifico da quando avevo 14 anni» . Molti degli adolescenti raccontano di andare spesso in giro con coltelli e a volte persino con pistole (a salve o da softair): «Io avevo una Glock, però poi ci sono andato a scuola perché lo avevo visto in un film americano... I o sono andato con un multitool (un multiutensile, ndr) con coltello, rischiato molto di andare al minorile... Io portavo quello a scatto nel giubbino».
Nelle loro discussioni su Telegram si scambiavano suggerimenti tecnici su molotov, esplosivi e detonatori. Poi le foto degli ordigni fatti in casa: «Avete mai fatto una molotov? Io sì, martedì provo a fare del napalm... Qualcuno ha un video tutorial per un detonatore?... B uon pomeriggio, ecco a voi un piccolo dispositivo». La polizia avverte che tutto quello che è emerso durante l'indagine andata avanti da ottobre 2022 a febbraio 2023, i reati e anche i semplici racconti, è maturato nel contesto più ampio di un uso distorto dei social e del web da parte dei giovanissimi. La Postale controlla costantemente questo tipo di attività e riesce spesso, grazie alla tecnologia utilizzata e all'esperienza degli operatori, a superare il muro dell'anonimato dietro il quale tentano di nascondersi i cybercriminali.
Resta però fondamentale il contributo degli utenti della Rete. E qui parte un appello degli inquirenti. È molto importante segnalare eventuali contenuti illeciti trovati on line, avvisando subito la polizia Postale.
Può essere fatto o attraverso il sito e i profili social del Commissariato di polizia on line, dove si possono anche trovare linee guida utili per contenere i rischi della Rete, o rivolgendosi direttamente ai centri e alle sezioni operative per la sicurezza cibernetica presenti in tutta Italia.
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