Arrestata la mamma di Saman. "Estradizione dal Pakistan"

La donna già condannata all'ergastolo per l'omicidio della figlia. Era latitante

Arrestata la mamma di Saman. "Estradizione dal Pakistan"
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Condannata all'ergastolo dal Tribunale di Reggio Emilia per l'omicidio della figlia Saman, la 51enne Nazia Shaheen è stata arrestata in Pakistan e presto verrà estradata in Italia. La donna era l'unica ancora latitante e su di lei pendeva un mandato di cattura internazionale per il delitto della 18enne di origini pakistane punita dalla famiglia perché amava vivere all'occidentale, scomparsa nella primavera del 2021 da Novellara e trovata morta un anno e mezzo dopo. Potrebbe essere stata proprio la mamma, a detta dei giudici, l'autrice materiale di un delitto maturato tra le mura domestiche e messo a segno con il marito della donna, Shabbar Abbas, condannato anche lui all'ergastolo, e allo zio della vittima, Danish Hasnain, che deve scontare 14 anni. Assolti invece i due cugini,

Nazia è stata rintracciata giovedì notte dalla polizia del Punjab ai confini del Kashmir, in esecuzione della Red Notice emessa dalle autorità italiane. Il fermo è stato poi convalidato dalla Corte Distrettuale di Islamabad. Prima di essere consegnata al carcere di Adyala, dove aspetterà la prossima udienza del 12 giugno, la mamma di Saman è stata sottoposta a visita medica. Poi, appena concessa l'estradizione, verrà portata in Italia. Stando alle motivazioni della sentenza, sono stati i genitori della ragazza ad «accompagnarla a morire» dopo aver concordato al telefono con lo zio Danish la decisione di ucciderla. E la mamma, non solo ha «partecipato attivamente ai momenti in cui si è decisa la sorte» della figlia, ma potrebbe anche averla ammazzata con le sue mani.

«La sentenza di condanna all'ergastolo certifica il ruolo di protagonista di Nazia Shaheen, molto lontano da quello di donna succube e quasi schiava. Ora mi auguro che la giustizia non rimanga solo sulla carta», commenta l'avvocato Barbara Iannuccelli, legale del fidanzato di Saman. Dalle intercettazioni, spiega la penalista, è emerso che la donna, dipinta come fredda e calcolatrice, chiamasse la figlia «pazza». L'avvocato Liborio Cataliotti, che assiste lo zio Danish, si augura che l'arresto della donna «dia un fattivo contributo all'accertamento della verità, che auspico sia quella che il mio assistito ha narrato sia in aula sia a me e che lo vede estraneo all'omicidio».

Nelle motivazioni i giudici hanno escluso che Saman sia stata uccisa dalla famiglia perché si era opposta ad un matrimonio combinato. Il delitto sarebbe stato deciso aver scoperto che la 18enne voleva andare via di casa con il fidanzato.

PaTa

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