Arriva il commissario anti siccità. Bollette dell'acqua su di 500 euro

Da qui alla fine dell'anno gestirà l'emergenza idrica. Snellirà la burocrazia e sbloccherà invasi e opere

Arriva il commissario anti siccità. Bollette dell'acqua su di 500 euro

Italia sprecona di acqua. Un bene diventato sempre più prezioso anche per il portafoglio dei cittadini. La bolletta è salita a 487 euro a famiglia nel 2022, con un balzo del 5,5% in un anno. Ma non solo. Il calcolo dell'Osservatorio di cittadinanza attiva si associa ad altre notizie che non mettono in buona luce il nostro sistema paese. Il quadro che emerge oggi, nella Giornata mondiale dedicata all'acqua, rileva che l'Italia è la prima in fatto di consumi di acqua potabile. La media europea è di 120 litri per persona, quella italiana sfiora i 226 litri.

Il nostro paese, con oltre 9 miliardi di metri cubi l'anno, è il primo Paese dell'Unione Europea per acqua prelevata ad uso civile. E questo non solo per colpa delle cattive abitudini, ma anche a causa del nostro sistema idrico colabrodo. In fase di distribuzione si perde anche il 42,2% di acqua immersa in rete, il 62% in Basilicata. A rendere meglio il problema interviene l'Istat che ammonisce: il volume di acqua disperso nel 2020 avrebbe soddisfatto le esigenze idriche di oltre 43 milioni di persone per un interno anno. E i conti relativi al Sud sono impietosi: la stima degli investimenti medi annui effettuati dagli enti locali si aggirano intorno agli 8 euro per abitante, contro i 75 euro del Centro Italia, i 56 del Nord est e i 53 del nord Ovest. Un gap da colmare al più presto anche perché l'emergenza climatica non lascia scampo.

Ne è consapevole anche il governo che vuole accelerare su interventi e strumenti da utilizzare per invertire la rotta ed evitare che questa sia l'estate dei divieti e dei razionamenti. Ieri, durante la prima Cabina di regia sulla siccità organizzata a Palazzo Chigi coordinata dal vice premier Matteo Salvini, sono state fissate alcune regole generali. Prima tra tutte la nomina di un commissario nazionale (di cui però non si conosce ancora il nome) operativo fino a fine anno ma che avrà «un perimetro molto circostanziato» di competenze.

In pratica questa figura potrà agire sulle aree territoriali a rischio elevato - si legge in una nota di Palazzo Chigi - e «potrà sbloccare interventi di breve periodo come sfangamento e sghiaiamento degli invasi di raccolta delle acque, aumento delle capacità di invasi, gestione e utilizzo delle acque reflue, mediazione in caso di conflitti tra regioni ed enti locali in materia idrica, ricognizione del fabbisogno nazionale». Insomma, sarà una sorta di paciere ma dotato di potere per tagliare le lungaggini burocratiche, e in una fase di criticità idrica non è cosa da poco.

«Prepariamoci a un'altra estate critica» ha già avvertito il segretario generale dell'Autorità di bacino distrettuale dell'Appennino centrale, Marco Casini, che richiama a possibili

situazioni di crisi. Ad oggi solo dal ministero delle Infrastrutture sono state individuate alcune priorità come la pulitura degli invasi, e gli investimenti da indirizzare nella manutenzione e nella realizzazione delle dighe.

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