Nel passaggio da Alitalia a Ita Airways non c'è continuità. Lo prevede una norma approvata in Consiglio dei ministri per venire incontro alle richieste europee da soddisfare per avere l'ok di Bruxelles all'operazione con Lufthansa. Tra le quali la garanzia di discontinuità economica tra l'ex compagnia di bandiera italiana e Ita, anche per quanto riguarda lo staff. «Tenuto conto che è sorto un contrasto giurisprudenziale in merito al fatto che vi sia o meno una discontinuità aziendale tra Alitalia-Società Aerea Italiana e Ita-Italia Trasporto Aereo Spa, e considerato che tale incertezza è suscettibile di determinare riflessi negativi sia sui rapporti giuridici sia sulla finanza pubblica - si legge nel comunicato dopo il cdm di ieri - si è ritenuto necessario approvare una norma interpretativa che, in coerenza con le decisioni della Commissione europea, esclude che nel passaggio da Alitalia a Ita vi sia continuità».
La decisione farà chiarezza su una serie di ricorsi presentati da alcuni dipendenti dell'ex Alitalia che chiedevano il reintegro nella nuova Ita. La maggior parte di questi sono stati respinti ma, con sentenze diverse, i Tribunali del Lavoro di Roma e di Milano hanno imposto la riassunzione di alcuni lavoratori sul presupposto della «continuità»: l'ultimo caso lo scorso 15 settembre ha riguardato 174 ex addetti della vecchia compagnia di bandiera. Un contesto che avrebbe finito per rendere meno attraente Ita agli occhi del compratore Lufthansa destinato, secondo gli accordi, a portarsi prima al 41% per poi andare in maggioranza.
Intanto, il commissario europeo Didier Reynders, ha ribadito ieri come l'ingresso del vettore tedesco in Ita «non è ancora stato notificato» all'Antitrust europeo, sottolineando come spetti alle società decidere se notificarlo. Ora la norma interpretativa decisa dal consiglio dei ministri potrebbe spianare la strada.
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