Assalto al cantiere e scontri. Tornano gli anarchici No Tav

Pietre contro la polizia e reti abbattute. Digos al lavoro per identificare gli aggressori. Condanna della politica

Assalto al cantiere e scontri. Tornano gli anarchici No Tav

Ancora scontri in Val Susa: un centinaio di No Tav, incappucciati e «armati» di pietre, corde e ganci, ha assaltato - nella notte tra sabato e domenica - il cantiere di San Didero, dove è prevista la realizzazione del nuovo autoporto in sostituzione di quello che sarà spostato per i cantieri della stazione internazionale Tav. In uno scontro che è durato circa un'ora, gli attivisti hanno sradicato metri di filo spinato e parti di concertina, all'altezza dell'A32, l'autostrada del Frejus - Torino-Bardonecchia. Il gruppo appartiene all'ala più oltranzista del movimento che si oppone alla nuova ferrovia Torino-Lione.

Un assalto studiato nei minimi particolari, con lanci di pietre contro gli uomini delle Forze dell'ordine che, sotto attacco, hanno risposto lanciando lacrimogeni e idranti. La Digos di Torino sta visionando i filmati per identificare gli aggressori. Proprio in questi giorni si è svolto a Venaus il campeggio studentesco No Tav, allestito dal collettivo degli studenti medi Ksa, considerato emanazione del centro sociale torinese Askatasuna e proprio da qui è partita l'azione di protesta.

Dopo il presidio di San Didero con una cena del movimento No Tav, gli attivisti si sono spostati verso il cantiere per l'abbattimento delle reti, che si è poi trasformato in vero e proprio assalto. Il cantiere dell'autoporto, era stato già teatro di scontri a fine luglio quando, in quel frangente, erano rimasti feriti una quindicina di poliziotti. A poche ore dall'attacco, quasi a prendersi gioco dello Stato, il gruppo di attivisti ha ribadito sulla pagina Facebook Notavinfo: «Al fortino fantasma di San Didero non si dormono sonno tranquilli, dopo cori e battiture numerosi metri di filo spinato sono stati divelti! E per dare la buonanotte si è concluso con una battitura e un'iniziativa per dimostrare la contrarietà alla cosiddetta scuola di Tav».

Unanime la condanna per l'attacco al cantiere Tav e non solo dalle forze politiche. Per ora a nicchiare su una presa di distanza è sempre il Movimento 5Stelle, che - anche quando ad occupare la poltrona da sindaco era Chiara Appendino - non ha mai condannato in maniera decisa e senza equivoci i No Tav. «L'ennesimo attacco contro i cantieri in Val Susa è un fatto di una gravità inaudita, che condanniamo con forza - ha dichiarato Ottavio De Luca, segretario nazionale Filca-Cisl e reggente della Filca di Torino - . Mai come in questo momento è necessario lo sforzo di tutti, istituzioni, sindacati, imprese, per dare il massimo sostegno all'opera, di fondamentale importanza non solo per il territorio piemontese, ma per l'intera economia nazionale, e per garantire la sicurezza delle forze dell'ordine e dei lavoratori impegnati nei cantieri».

«Tutti i partiti prendano distanze dall'estremismo No Tav perché gli incappucciati si alimentano delle ambiguità di cui troppo spesso si è resa colpevole la politica, anche con ruoli di Governo della città metropolitana e della Nazione, in questi anni. L'unica a parlare chiaro è stata sempre Fratelli d'Italia: la Tav si deve fare e chi tenta di sabotarla deve essere consegnato alla giustizia in tempi immediati. Quello a cui assistiamo non è dissenso ma sovversione» ha detto il deputato torinese di Fratelli d'Italia Augusta Montaruli.

«Condanniamo senza se e senza ma - ha ribadito Raffaele Gallo, presidente del Gruppo Pd in Consiglio regionale - l'aggressione subita dalle forze dell'ordine.

Agli agenti va la nostra solidarietà come va a lavoratori e abitanti della zona che da troppo tempo si trovano su un teatro di scontri. La Tav è un'opera strategica per il nostro territorio e il Paese intero e va completata nel più breve tempo possibile».

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