Assalto alla festa: "Raid anti-bianchi"

Blitz di dieci ragazzi incappucciati alla sagra di paese a Crépol: ucciso un 16enne. Destra all'attacco

Assalto alla festa: "Raid anti-bianchi"
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È tra le pieghe di un caso di cronaca, frettolosamente ricondotto dalla procura a una «rissa» tra bande, che si nasconderebbe l'orrore di una possibile «caccia al bianco» nella provincia francese. Secondo le prime testimonianze raccolte dalla gendarmeria, quella andata in scena lo scorso fine settimana nel paesino di Crépol sarebbe stata una spedizione punitiva: azionata da un gruppo d'adolescenti di presunta origine maghrebina. Francesi sì, ma di periferia.

Tanto è bastato per riaccendere nell'Esagono quel sentimento d'insicurezza che risiede sempre più spesso nel dramma di banlieue fuori controllo; zone «perdute» della République per le quali il governo ha presentato l'ennesimo piano d'azione poche settimane fa, da cui però continuano a fuoriuscire minacce quotidiane. Sovente, coltello alla mano.

Inevitabile la polemica politica. Marine Le Pen parla di «milizie armate» pronte a fare «razzia». Per la nipote Marion Maréchal, vicepresidente dell'altro partito della destra, di Eric Zemmour, «dilaga il razzismo al contrario». Quello verso i bianchi. E Zemmour evoca il «francocidio» basandosi su testimonianze dirette. «Non abbiamo mai visto una tale barbarie, siamo tutti sotto shock», racconta Marie-Christine al Figaro con gli occhi lucidi da Crépol.

Il governo tergiversa. E fa infuriare gli abitanti scossi dall'accaduto di sabato notte. In questo pacifico villaggio di 500 abitanti nel sud-est francese, tra Lione e Grenoble, l'attacco (che si pensa «organizzato») sopraggiunge sul finire del ballo d'inverno. Una decina di individui tra i 16 e 21 anni raggiunge in van la sala municipale delle feste. Poi il blitz. Colpiti i 4 guardiani con fendenti alla gola e al ventre, alle dita. Infine l'azione sul pubblico in uscita. Sono le 2. Qualcuno paragona tutto a un atto di terrorismo. I presenti indignati per la ricostruzione iniziale della procura si fanno sentire sui media. Ci sono una ventina di feriti: due in prognosi riservata di 23 e 28 anni. E Thomas, 16 anni, centrato da una coltellata, è morto mentre lo portavano all'ospedale di Lione. A lui, sarà oggi dedicata una "marcia bianca".

Sui social dilaga l'hashtag #Françaisréveillezvous (svegliatevi francesi). In imbarazzo, il ministro dell'Interno Darmanin s'era trincerato dietro l'ammissione di un «fallimento generale della società», promettendo di «ristabilire l'autorità ovunque». Ieri ha parlato di 7 fermati senza dar dettagli, alimentando l'ipotesi dei lepenisti: che i protagonisti siano figli dell'immigrazione, non integrati e violenti, provenienti dai «quartieri perduti». Non invitati. Non conoscevano i presenti. Ma la zona sì: negli scontri di luglio, sempre dalle banlieue limitrofe, gruppi analoghi devastarono un ristorante, il Crédit Mutuel e la sede dell'HLM.

Le destre non si concedono più la prudenza della prima ora. Parlano di azione «in stile militare». «Siamo qui per accoltellare dei bianchi», avrebbe gridato uno degli assalitori, stando alle testimonianze che hanno spinto infine la procura a scansare la pista della mera rissa tra giovani.

Una cinquantina i racconti già a verbale. Uno dei fermati sarebbe l'autore dell'omicidio: conosciuto per furti, spaccio di droga e per non essersi fermato all'alt durante un controllo di polizia. «La giustizia non è lassista», assicura il Guardasigilli.

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