Julian Assange è libero. Dopo aver combattuto per oltre un decennio contro l'estradizione negli Stati Uniti, il fondatore di Wikileaks ha accettato di dichiararsi colpevole di un reato relativo al suo ruolo in una delle più grandi violazioni di materiale classificato americano, come parte di un accordo con il dipartimento di Giustizia che gli consentirà di evitare la reclusione negli Usa e di tornare in Australia. Assange ha lasciato martedì mattina la prigione di massima sicurezza vicino a Londra dove è stato incarcerato per cinque anni. La moglie Stella ha spiegato che il volo che lo sta portando alle Isole Marianne Settentrionali, dove un giudice dovrà decidere l'approvazione dell'accordo per il suo rilascio, gli è costato 500mila dollari.
«Gli è stata concessa la libertà su cauzione dall'Alta corte di Londra ed è partito nel pomeriggio dall'aeroporto di Stansted», ha scritto Wikileaks su X, precisando che «questo è il risultato di una campagna globale che ha coinvolto attivisti per la libertà di stampa, legislatori e leader di tutto lo spettro politico, fino alle Nazioni Unite. Ciò ha creato lo spazio per un lungo periodo di negoziati con la giustizia americana. Assange dopo più di cinque anni in una cella di due metri per tre, isolato 23 ore al giorno, presto si riunirà alla moglie Stella e ai loro figli, che hanno conosciuto il padre solo da dietro le sbarre». Secondo i termini dell'accordo, i pubblici ministeri del dipartimento di Giustizia Usa chiederanno una pena di 62 mesi di custodia cautelare come parte del patteggiamento - spiega Cbs - il che equivale alla detenzione nel Regno Unito mentre combatteva l'estradizione. Il patteggiamento riconoscerebbe il tempo già trascorso dietro le sbarre, consentendo ad Assange di tornare immediatamente in Australia, il suo Paese natale. Secondo la Bbc, l'accordo è stato sottoscritto nella massima riservatezza 6 giorni fa. In un documento diffuso dall'Alta Corte di Londra per suggellare il recepimento dell'intesa si spiega che il patteggiamento firmato dalle parti reca la data del 19 giugno 2024 e alla giustizia britannica non è rimasto altro da fare se non decretare la scarcerazione su cauzione di Assange (cauzione che gli verrà restituita dopo la convalida, domani, di un giudice americano presso la Us District Court di Saipan, nelle Isole Marianne, durante uno scalo verso l'Australia). Nel documento britannico si conferma che Assange ha accettato di riconoscersi «colpevole di un capo d'imputazione» su 18 e che l'accusa americana ha accettato a sua volta di considerare già «scontata la pena» conseguente, data la durata della carcerazione preventiva in Gran Bretagna.
Assange era perseguito dalle autorità statunitensi per aver pubblicato documenti militari riservati forniti dall'ex analista dell'intelligence dell'esercito Chelsea Manning nel 2010 e nel 2011. Il presidente Joe Biden negli ultimi mesi ha alluso a un possibile accordo promosso dai dirigenti del governo australiano per riportare a casa il giornalista. Secondo quanto rivelato da fonti informate alla Cnn, i funzionari dell'Fbi e del dipartimento di giustizia si sono opposti a qualsiasi intesa che non includesse una dichiarazione di colpevolezza da parte di Assange. E il mese scorso, un tribunale del Regno Unito ha stabilito che il fondatore di WikiLeaks aveva il diritto di fare ancora appello contro l'estradizione negli Stati Uniti, regalandogli una vittoria nella sua lotta per evitare il processo in America.
Il governo di Canberra ha ricordato che il primo ministro Anthony Albanese «è stato chiaro: il caso si trascinava da troppo tempo, e non c'era nulla da guadagnare continuando la sua incarcerazione». La madre di Assange, Christine, parlando ai media australiani, spiega di «essere grata che il calvario del figlio stia finalmente giungendo al termine: ciò dimostra l'importanza e il potere della diplomazia silenziosa.
Molti - continua - hanno sfruttato la situazione per portare avanti i propri programmi, quindi sono grata a quelle persone invisibili e laboriose che hanno messo al primo posto il benessere di Julian. Gli ultimi 14 anni mi hanno messo a dura prova come madre».
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