C'era una volta la noiosa e pesantissima assemblea di istituto con i ragazzi che indossavano la kefiah a dettare la linea politica da seguire per essere ribelli doc. Oppure quella in cui venivano proiettati film dell'anteguerra con il famigerato e temutissimo dibattito a seguire. Ora invece va di moda invitare «vips» di varie risme. Attori, cantanti, veline, personaggi della tv. Va bene tutto, purché siano noti, abbiano un certo appeal e, magari, abbiano qualcosa da raccontare. E chi meglio di Mario Tozzi può trasmettere qualcosa alle future generazioni avide di conoscenza? Lui, geologo-divulgatore-conduttore tv-ambientalista-attivista parlerà all'istituto Leon Battista Alberti di Roma di tecnologie e di come stiano influenzando il nostro mondo e le menti, specie dei più giovani. Proprio il tema che Tozzi ha sviluppato nel suo ultimo libro. Può davvero interessare gli alunni. L'importante è che gli studenti in questione non siano squattrinati, altrimenti nisba, ciao conferenza. Già, perché all'Alberti succede che l'aula magna dell'istituto sia troppo piccola per contenere tutti gli alunni desiderosi di abbeverarsi alla fonte del Tozzi-sapere e allora, ecco la brillante idea della preside: entra solo chi compra il suo libro. Discriminante? Macché, la dirigente scolastica è anche riuscita nell'impresa di avere delle copie dell'ultima fatica letteraria di Tozzi a prezzo scontato, solo 12 eurini, che vuoi che sia.
Ma la preside Carolina Guardiani, pur così benevola, è finita nella bufera ugualmente. Carta canta. Una circolare pubblicata sul sito della scuola specifica chiaramente: «solo ed esclusivamente gli studenti che hanno acquistato il saggio sono invitati a partecipare al confronto con l'autore». Non solo, la dirigente rilancia. L'incontro, spiega, «è un'attività extracurriculare facoltativa. Ho un'aula magna molto piccola, al massimo 70 posti non c'è alcuna discriminazione. E poi, sinceramente, chi tra i ragazzi di oggi non ha 12 euro in tasca?». Bum, apriti cielo. Alcuni genitori si sono leggermente indispettiti. Parlano di discriminazione, di circolare assurda e di campagna pubblicitaria per vendere libri dell'autore. E lui, il Tozzi che dice? «Io non ho dato alcuna indicazione, nelle scuole si va per creare dibattito e non per vendere i libri, sono argomenti che prescindono», ha detto, specificando che basta soltanto una copia del libro per il dibattito. Dall'attivismo «no tav» a quello «no book»? Difficile.
Quello sì sarebbe un vero terremoto. Intanto all'Alberti di copie ne sono già state vendute ben 77. Sette in più dei posti disponibili. La tecnologia tira? Seguirà dibattito. Venghino, venghino. Basta pagare. E stringersi un po'.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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