Rischiano grosso gli otto componenti del gruppo Telegram «I Guerrieri», perquisiti l'altro ieri da Digos e Polizia. La Procura di Milano sta infatti valutando di indagarli per associazione a delinquere, vista la finalità di commettere di comune accordo azioni volte ad aggredire chiunque sostenesse la necessità della vaccinazione di massa, tra cui medici, politici, amministratori locali, giornalisti.
Nelle case di alcuni di loro sono oltretutto stati trovati oggetti atti a offendere tra cui tirapugni, katane, sfollagente e spray al peperoncino. Nessun dubbio sulla fatto che volessero passare dalle parole ai fatti, incitando gli altri membri del gruppo Telegram ad armarsi e commettere azioni violente in occasione delle manifestazioni no green pass previste per oggi e domani a Roma.
I cinque uomini e le tre donne sono già indagati per istigazione a delinquere aggravata per aver pianificato un'azione violenta con l'utilizzo di armi bianche e ordigni esplosivi come molotov.
Il mondo dei No Vax è guardato a vista anche dal Viminale, soprattutto per il crescente numero di persone che manifestano la volontà di commettere reati pur di contrastare chi la pensa in modo diverso. «La preoccupazione c'è - ha detto ieri il ministro dell'Interno Luciana Lamorgese durante la presentazione del Libro Blu 2020 dell'Agenzia delle Dogane e dei Monopoli - perché vedo che i toni salgono sempre di più e il rischio è che ci siano estremismi che vanno a incidere sulle manifestazioni».
Ha quindi sottolineato: «L'impegno è stato grande, da inizio pandemia abbiamo svolto circa 50 milioni di controlli e abbiamo avuto anche manifestazioni con infiltrazioni della criminalità che hanno creato dei problemi. Di recente abbiamo avuto manifestazioni che ci davano preoccupazione, come il blocco delle stazioni, dove ci siamo impegnati particolarmente trattandosi di un servizio pubblico e di un possibile reato ma alla fine è andata bene».
Ieri un uomo di 35 anni della provincia di Latina è stato denunciato per minaccia aggravata, per aver inviato una mail di minaccia al ministro della Salute Roberto Speranza. A indagare i Nas dei carabinieri secondo cui le minacce «di estrema gravità» erano connesse «con le misure e le restrizioni governative adottate in relazione all'emergenza pandemica. Utilizzando toni offensivi, infatti, nei messaggi venivano prospettate azioni violente nei confronti del ministro, contenenti anche esplicite minacce di morte».
E proprio il ministro della Salute riferisce che sui vaccini «abbiamo la necessità assoluta che ci sia una presa di coscienza individuale da parte di tutti. È vero che ci sono alcuni No Vax anche facinorosi, e quando si arriva alla violenza per me serve il pugno duro, non può esserci tolleranza».
Per il vicedirettore del servizio di polizia postale e direttore del Centro nazionale anticrimine informatico per la protezione delle infrastrutture critiche Ivano Gabrielli, «il rischio che soggetti disorganizzati compiano azioni violente o inducano altri a compierle è concreto. Sono cani sciolti che conoscono bene la rete e sono sconosciuti alle banche dati. La prevenzione - ha spiegato - è fondamentale».
La cosa che preoccupa è che «ci sono avanguardie pronte a compiere azioni pericolose.
Parliamo di decine di persone, ma è tutto molto fluido - chiarisce -: è difficile quantificare quanti siano». Difficile, però, intervenire. Servono tempi lunghi e la collaborazione delle società che gestiscono i canali social.
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