Attacco ai depositi di contanti. La nuova strategia di Israele per "strangolare" Hezbollah

Colpite le filiali della banca che paga i miliziani e garantisce mutui e prestiti alle famiglie

Attacco ai depositi di contanti. La nuova strategia di Israele per "strangolare" Hezbollah
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Il tweet firmato da Avichay Adraee, portavoce dell'esercito israeliano per i media arabi, compare su X mentre siamo a cena in un ristorante del centro città. Il messaggio invita chiunque si trovi nei pressi di una sede di Al-Qard Al-Hassan a cambiar aria. E a farlo in fretta visto che entro pochi minuti le sedi della fondazione, conosciuta come la banca di Hezbollah, verranno polverizzate dalle bombe israeliane. «Ti trovi - scrive il portavoce israeliano - vicino a strutture e interessi di Hezbollah contro i quali l'Idf opererà nel prossimo futuro. Per la tua sicurezza e quella dei tuoi familiari devi evacuare immediatamente questi edifici e mantenerti a una distanza non inferiore a 500 metri». Sono da poco passate le 21 e 30. Nel giro di un minuto, il chiacchiericcio del ristorante è sovrastato da un concerto di telefonini impazziti e dall'eco dei messaggi in arrivo su whatsapp. Mentre i tavoli si svuotano, la strada è invasa da un fiume di automobili in fuga. A far paura non è tanto l'avvertimento, quanto il nome del potenziale obbiettivo. Le 15 sedi cittadine di «Al Qard Al Hassan» non si trovano solo a Dahiya - il sobborgo meridionale di Beirut controllato dal Partito di Dio - ma anche nel cuore della capitale. Nel giro di una decina di minuti le prime esplosioni, accompagnate dal rombo degli aerei, coprono il frastuono del traffico mentre alcune lingue di fuoco indicano gli obbiettivi colpiti nella zona sud della città. Nel centro di Beirut, l'allarme si rivela però infondato. Le undici filiali colpite domenica notte alla fine risultano tutte tra Dahiya, la valle della Bekaa e il meridione del paese. L'attacco in sé non rappresenta una novità. Le sedi della finanziaria - accusata da Usa e Israele di gestire i circa 700 milioni di dollari di finanziamenti annui garantiti da Teheran e di ripulire i soldi incassati con i traffici gestiti in Africa e Sudamerica - sono già state colpite a fine settembre. Con queste incursioni, Israele punta a distruggere i depositi di contanti utilizzati dal Partito di Dio per finanziare le proprie attività militari e garantirsi il consenso della popolazioni. Oltre a pagare gli stipendi dei miliziani, i dollari di «Al-Qard Al-Hassan» sono essenziali per garantire i mutui e i prestiti alle famiglie e sostentare la rete di scuole e ospedali gestiti da Hezbollah nelle aree sotto il proprio controllo. Chi oggi si stupisce per le postazioni missilistiche scoperte da Israele all'interno delle abitazioni libanesi vicine al confine dimentica infatti l'epilogo della guerra del 2006. Allora gran parte delle abitazioni distrutte nei combattimenti furono ricostruite in pochi mesi grazie alle borse di dollari distribuite dai militanti sciiti villaggio per villaggio. Oggi somme altrettanto imponenti vengono utilizzate per garantire vitto e alloggio a oltre un milione e 400mila sfollati in fuga dal sud del paese, dalla valle della Bekaa e dai sobborghi meridionali di Beirut. Un esodo che - come Israele sa bene - Hezbollah può gestire solo grazie ai milioni in contanti di «Al Qard Al Hassan».

E intanto Israele conta i combattenti di Hezbollah uccisi dal suo esercito «in ogni area» in cui le truppe hanno finora operato nel Libano meridionale. Sono più di 1200 da inizio offensiva, 2 mila in tutto da ottobre 2023.

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