Auto e lingotti: bufera mazzette sui Dem

Il potente senatore Menendez costretto alle dimissioni (temporanee). Altra grana per Biden

Auto e lingotti: bufera mazzette sui Dem
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Lingotti d'oro, mazzette di dollari infilate tra i vestiti, auto di lusso. Sono le tangenti per centinaia di migliaia di dollari che il potentissimo senatore democratico Bob Menendez e sua moglie hanno accettato in cambio dell'influenza del politico, presidente della commissione esteri del Senato. Un incarico dal quale il capataz dem ha deciso di dimettersi temporaneamente «finché non sarà chiarita la sua situazione giudiziaria», ha annunciato il leader del Senato Chuck Schumer, suo compagno di partito.

La coppia è stata incriminata per corruzione a livello federale: secondo le accuse, dal 2018 al 2022 Menendez e sua moglie Nadine Arslanian «hanno avuto una relazione corrotta» con tre uomini d'affari del New Jersey, lo Stato rappresentato dal senatore. Il pubblico ministero Damian Williams ha spiegato che gli imputati hanno accettato il pagamento di tangenti assicurando in cambio di «usare il suo potere per proteggere e arricchire» Wael Hana, Jose Uribe and Fred Daibes, oltre ad aver sostenuto e avvantaggiato segretamente il governo egiziano trasmettendo informazioni sensibili sugli Stati Uniti.

Durante una perquisizione nell'abitazione della coppia, gli investigatori hanno trovato 100mila dollari in lingotti d'oro e 480mila dollari in contanti che i due avevano nascosto tra i vestiti, negli armadi e persino nelle tasche delle giacche, oltre ad una costosa Mercedes in garage che sarebbe stata pagata da Uribe. Gli inquirenti hanno poi spiegato che i Menendez avrebbero ottenuto anche pagamenti del mutuo della casa. «Per anni, persone dietro le quinte hanno cercato di mettermi a tacere e seppellirmi politicamente», ha commentato il 69enne di origine cubana e nato a New York, negando fermamente tutte le accuse e dicendo di aspettarsi che l'inchiesta venga «chiusa con successo». Il senatore è una delle voci più influenti sulle vicende diplomatiche nella capitale americana e la questione sta creando notevole imbarazzo negli ambienti dem, anche perché si è già ricandidato per il 2024. Peraltro non è la prima volta che Menendez deve affrontare accuse di corruzione: già nel 2016 fu incriminato nel New Jersey per aver accettato tangenti da un ricco oculista della Florida (che presumibilmente ricevette benefici in cambio). Quel caso, tuttavia, si concluse con l'annullamento del processo dopo che i giurati non furono in grado di raggiungere un verdetto.

L'incriminazione attuale, invece, fa seguito a un'indagine dei procuratori federali di Manhattan. Secondo gli inquirenti, l'esponente dem avrebbe fornito informazioni sensibili del governo Usa ad Hana, uomo d'affari egiziano-americano che «aiutava segretamente il governo del Cairo». Menendez avrebbe impropriamente esercitato pressioni su un funzionario del dipartimento dell'Agricoltura per proteggere il monopolio commerciale concesso dall'Egitto all'imprenditore, che ha fondato un'azienda di certificazione della carne halal in New Jersey.

Poi, il senatore è accusato di aver utilizzato il suo ufficio per interrompere le indagini del procuratore generale delloStato su Uribe. E avrebbe pure cercato di spingere il presidente Joe Biden a nominare un procuratore del New Jersey che potesse essere «ammorbidire» l'inchiesta sull'immobiliarista Daibes per una frode bancaria.

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