Auto, l'Italia voterà contro lo stop a benzina e diesel

Pichetto: "Il nostro ambasciatore Ue dirà di no". Nazioni divise al Consiglio europeo del 7 marzo

Auto, l'Italia voterà contro lo stop a benzina e diesel

Il governo italiano si opporrà ufficialmente alla proposta di regolamento europeo che, nell'ambito del programma Fit for 55, impone lo stop alle auto con motore endotermico dal 2035. Oggi a Bruxelles nel corso del Coreper, la riunione preparatoria del Consiglio europeo degli ambasciatori dei Paesi Ue, l'Italia esprimerà una posizione contraria. Lo ha annunciato il ministero dell'Ambiente. Si tratta di una decisione autonoma dell'esecutivo, indipendente dalla posizione della Germania che sta analogamente valutando di opporre un veto se la questione dei biocarburanti non rientrerà nell'ambito degli interventi per favorire la transizione energetica.

Il Consiglio Ue del prossimo 7 marzo si annuncia, pertanto, ad alto tasso di conflittualità. Il voto odierno è propedeutico alla ratifica definitiva della prossima settimana dopo il voto del Parlamento europeo in seduta plenaria il 14 febbraio scorso, e a maggioranza qualificata (55% degli Stati che rappresentano almeno il 65% della popolazione). La fronda interna, tuttavia, non comprende solo Roma e Berlino perché la Bulgaria si è astenuta e la Polonia ha votato contro. E, dunque, anche se formalmente il testo può dirsi vigente, in realtà lo stallo è sostanziale.

Secondo quanto reso noto dal ministero guidato da Gilberto Pichetto, l'Italia, pur condividendo gli obiettivi di decarbonizzazione, «sostiene che i target ambientali vadano perseguiti attraverso una transizione economicamente sostenibile e socialmente equa». In buona sostanza, la filiera automotive e centinaia di migliaia di posti di lavoro non possono essere messi a rischio perché si decide di stabilire per legge un tipo di propulsione penalizzando i sistemi esistenti. La tutela degli aspetti occupazionali e produttivi per l'Italia sono fondamentali e i partiti di maggioranza (che all'Europarlamento fanno parte di tre famiglie politiche diverse) hanno tutti votato convintamente no. È evidente che la clausola di revisione con un primo monitoraggio nel 2026 per verificare la fattibilità dello switch totale all'elettrico (oltre ai biocarburanti anche l'idrogeno è escluso) non convince tutti vista anche l'intransigenza del commissario Timmermans sulla materia. «L'utilizzo di carburanti rinnovabili, compatibili con i motori termici», ha affermato Pichetto, «contribuirà ad una riduzione delle emissioni senza richiedere inattuabili sacrifici economici ai cittadini».

Intanto, sul versante Superbonus ieri l'Ance in audizione sul decreto ha ribadito che i circa 19 miliardi di euro di crediti già maturati, se non pagati mettono a rischio 115mila cantieri di ristrutturazione, oltre 32mila imprese

e 170mila lavoratori, che raddoppiano se si considera l'indotto. Oggi l'Istat comunicherà le modalità di computo dei crediti: se imputabili al deficit 2022, sarà più facile trovare una soluzione ponte per il loro sblocco.

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