Etruria, il procuratore Rossi si difende: "Non ho nascosto nulla"

Nella sua lettera al presidente della commissione di inchiesta sulle Banche, Pierferdinando Casini, il procuratore di Arezzo Roberto Rossi sottolinea di aver risposto senza omissioni a tutte le domande che gli sono state poste durante la sua audizione

Etruria, il procuratore Rossi si difende: "Non ho nascosto nulla"

Il procuratore di Arezzo Roberto Rossi ha inviato una lettera, indirizzata al presidente della commissione di inchiesta sulle Banche, Pierferdinando Casini, in cui fornisce dei chiarimenti sulla parte della sua audizione in cui si faceva riferimento al coinvolgimento del padre di Maria Elena Boschi nella vicenda Banca Etruria. Casini ha fatto pervenire la missiva ai membri della bicamerale. Nel testo il magistrato aretino puntualizza alcune parti della sua audizione su cui i parlamentari avevano manifestato delle perplessità. E nega ogni accusa di omissioni.

"Non ho nascosto nulla circa la posizione del consigliere Boschi in relazione alle domande che mi venivano poste" dalla Commissione parlamentare. Si difende in questo modo il procuratore. Secondo quanto anticipa il sito di Repubblica il magistrato spiega che "le domande hanno riguardato i fatti in oggetto e non, in alcun modo, le persone iscritte nel registro degli indagati".

Nella sua missiva Rossi risponde alle accuse di aver "omesso notizie in merito ad un presunto status di indagato di Pierluigi Boschi". Il magistrato ritiene tali addebiti "gravemente offensivi" e di aver risposto "a tutte le domande che mi sono state formulate senza alcuna reticenza né omissione". E ancora: "Ho chiarito che l’esclusione di Boschi riguardava il processo per bancarotta attualmente in corso, mentre per gli altri procedimenti ho precisato che non essere imputati non significava non essere indagati. Null’altro mi è stato chiesto in merito".

In una nota Pier Ferdinando Casini scrive che la lettera di Rossi è chiara ed esauriente: "Il senatore Augello mi ha chiesto ieri di accertare l'esistenza di un filone d'indagine nei confronti dei membri del Consiglio di amministrazione di Banca Etruria sulla denuncia di Consob riguardo alle falsificazioni dell'ultimo prospetto per l'emissione di obbligazioni subordinate.

La lettera odierna del procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Arezzo, Roberto Rossi, fornisce una risposta chiara ed esauriente. Tutto il resto afferisce ai giudizi politici che ciascun Gruppo ha il diritto di formulare".

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