La bandiera israeliana issata ad Aita Shaab. Primo segno di vittoria

Si apre il fronte marittimo. Ma per il portavoce di Unifil Tenenti: "La situazione è ancora preoccupante"

La bandiera israeliana issata ad Aita Shaab. Primo segno di vittoria
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Una bandiera con la stella di David issata sul villaggio frontaliero libanese di Aita Shaab, distante meno di un chilometro in linea d'aria dalla linea di demarcazione tra Israele e il Paese dei Cedri. È il simbolo di vittoria mostrato con le immagini aeree, riprese da un drone militare israeliano, sulla località quasi del tutto rasa al suolo. «Innalzano il loro vessillo di morte su una landa desolata», è il commento amaro di alcuni libanesi sui social. Ieri anche altri bersagli sono stati centrati dallo Stato ebraico. Un comandante degli Hezbollah è stato ucciso nel Sud del Libano nella zona di Bint Jbeil. È stata l'aeronautica israeliana, insieme all'artiglieria - precisa l'Idf - a colpire a morte Hussein Muhammad Awada, responsabile, «di aver condotto attacchi terroristici contro lo Stato di Israele da diversi villaggi nell'area». Le forze di Tel Aviv hanno nello stesso tempo anche «eliminato più di 45 terroristi e smantellato più di 150 obiettivi terroristici del Partito di Dio, tra cui un deposito di armi, lanciatori e siti di infrastrutture per attacchi».

Gli scontri ieri sono iniziati al mattino, quando il cielo di Beirut è stato invaso dal ronzio inquietante di droni di Israele, in una guerra che è anche psicologica. L'aviazione israeliana ha colpito il villaggio libanese di Tamnine El Tahta, nella Valle della Bekaa, poco dopo avere chiesto l'evacuazione di diversi edifici. Poi le forze di Tel Aviv hanno bombardato una zona vicino a Tiro, nel Libano meridionale, poco dopo aver intimato pure qui ai residenti di una zona della città di lasciare le proprie abitazioni, in vista di un attacco contro un sito di Hezbollah. Il portavoce in lingua araba delle Idf, Avichay Adraee, aveva postato su X una mappa dell'area che sarebbe stata presa di mira, avvertendo i cittadini di allontanarsi di 500 metri dal luogo dell'imminente attacco. Ma anche il Partito di Dio non è rimasto a guardare. Una raffica di oltre trenta razzi sono stati lanciati dal Libano verso il Nord di Israele, verso Haifa. Hezbollah ha affermato di aver colpito due carri armati israeliani Merkava vicino al villaggio di Labbouneh «con missili guidati», provocando un incendio e vittime. E, secondo Haaretz, negli scontri sono morti 5 soldati israeliani.

Per il portavoce di Unifil Andrea Tenenti: «La situazione è ancora preoccupante, continuano i bombardamenti quotidiani». Ma precisa: «Al momento rimaniamo. È la volontà del Consiglio di sicurezza, è la volontà della comunità internazionale. Quello che succederà dopo sarà New York a deciderlo». E infine avverte: «Usare la forza, a meno che non sia proprio una situazione di self-defence, potrebbe creare più problemi che soluzioni, innalzare le tensioni.

Quindi dobbiamo stare molto attenti, valutare seriamente». E si apre anche il fronte marittimo. Una nave tedesca di Unifil ha abbattuto un drone al largo delle coste libanesi, a circa 30 chilometri dal porto di Naqoura, base della missione.

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