«L'operazione sta continuando. Siamo al lavoro». Si affida a un post su Telegram il comandante delle Forze Armate Oleksandr Sirskiy per commentare l'incursione nella regione russa di Kursk. È la prima volta che rilascia una dichiarazione ufficiale dopo sei giorni dall'inizio dell'offensiva dei suoi uomini in territorio nemico. Nella foto pubblicata, Sirskiy studia la situazione operativa in prima linea con l'aiuto di una mappa.
È innegabile che dalle parti di Kiev si stia respirando un certo ottimismo, alimentato dalla facilità mostrata dalle truppe nell'avanzare per 30 km in casa del nemico. A Guevo, villaggio nel Kursk, i soldati ucraini hanno issato la loro bandiera dopo aver rimosso quella russa. Qualcuno si azzarda a brindare alla futura Repubblica Democratica del Kursk. Il vice comandante degli Azov, Serhiy Tsisaruk, è fiducioso: «Non è passata neppure una settimana e il mondo è già cambiato. Il nostro popolo deve avere fiducia. Ci saranno altre sorprese».
Quali è difficile capirlo. A oggi l'obiettivo sembra allungare le posizioni del nemico, infliggere il massimo delle perdite e destabilizzare la situazione in Russia. Le forze armate ucraine non hanno piani per annettere i territori occupati. L'operazione ha sollevato il morale dell'esercito, ma la situazione nell'Ucraina orientale, dove le truppe russe continuano ad avanzare, in generale non è cambiata, solo l'intensità degli attacchi è in qualche modo diminuita. Lo stesso Zelensky resta con i piedi per terra. Si è congratulato con i vertici militari, telefona almeno tre volte al giorno a Sirskiy, e si rivolge alla nazione ricordando che «quando la capacità a lungo raggio dell'Ucraina non avrà più limiti, questa guerra avrà sicuramente un limite: avvicineremo davvero la sua giusta fine». Poi si rivolge agli alleati occidentali sottolineando che «per fermare il terrore russo, abbiamo bisogno non solo di un vero e proprio scudo aereo che protegga tutte le nostre città e comunità, ma anche di soluzioni forti dei nostri partner, che eliminino le restrizioni alle nostre azioni difensive». Il riferimento è alla risposta di Mosca che nelle scorse ore ha tentato di attaccare la capitale con droni kamikaze. La contraerea ne ha intercettati parecchi, ma 2 civili (tra cui un bambino) sono morti nel quartiere Brovary di Kiev dopo che un missile di fabbricazione nordcoreana ne ha colpito l'abitazione. Zelensky ha ricordato che solo questa settimana l'esercito russo ha sganciato 800 bombe aeree guidate ed esploso più di 30 missili.
Sono in corso nuovi attacchi delle forze armate ucraine nel Belgorod, altro fronte sul territorio russo che si starebbe aprendo. Ieri la 127esima brigata ha attaccato la città di Shebekino, dove è rimasto ferito un civile, e i villaggi di Dronovka e Borki, con l'impiego di droni. Kiev segue con attenzione anche quanto sta accadendo al confine con la Bielorussia.
Su richiesta di Mosca le truppe di Minsk stanno cercando di distrarre i soldati ucraini nel contesto dell'operazione Kursk. Tuttavia, secondo il portavoce delle forze di terra Andriy Demchenko, «le guardie di frontiera osservano movimenti di uomini, ma non si segnalano provocazioni».
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