Bari, nella sede giudice di pace a fuoco le schede elettorali

Mistero a Bari: non si esclude la natura dolosa dell'incendio. Le fiamme divampate dagli archivi con le schede elettorali. Interrogazione al ministero

Bari, nella sede giudice di pace a fuoco le schede elettorali

Mentre il Parlamento si appresta a votare i presidenti delle due Camere, sulle elezioni politiche si abbatte un piccolo mistero. Siamo ancora all'inizio e le notizie sono frammentrie, ma di certo si sa che l'ufficio del giudice di pace di Bari dove erano conservate le schede elettorali è andato a fuoco.

Sul posto sono intervenute cinque squadre dei vigili del fuoco e - secondo quanto si apprende - al momento non si esclude la matrice dolosa. Le fiamme si sarebbero innescate nei sotterranei, proprio i locali dove sono conservati - oltre agli archivi dei procedimenti - anche le schede elettorali delle ultime elezioni politiche e quelle di alcuni comuni del barese nelle amministrative del 2017.

"Quanto accaduto questa notte alla sede del giudice di pace di Viale Europa a Bari, con la distruzione delle schede elettorali delle ultime elezioni, è un fatto molto grave - scrive in una nota il parlamentare del Pd, Alberto Losacco. Il piddino ha già annunciato di aver depositato una "interrogazione al Ministro dell'Interno, per sapere se i dispositivi di controllo della struttura rispondevano ai criteri di necessaria sicurezza, considerata l'importanza dell'ufficio e della documentazione conservata". Il problema, infatti,, riguarda proprio le ultime elezioni: i seggi sono stati assegnati ma non sono da escludere i ricorsi. "Alcuni organi di informazione ipotizzano la natura dolosa. Sarebbe inquietante - attacca il parlamentare - si parta immediatamente con le indagini per accertare la dinamica e le eventuali responsabilità, tra cui quelle legate alla mancata sicurezza della struttura".

Che nel barese qualche candidato escluso potesse chiedere un riconteggio delle schede non è una possibilità così remota. Nei giorni scorsi, per esempio, il seggio prima assegnato a Michele Boccardi è poi finito a Carmela Minuto. Non solo.

Di un reclamo aveva parlato anche Michele Laforgia (LeU), che si è visto sfilare da sotto il naso il seggio finito alla collega di partito Rossella Murioni. Il Rosatellum è una legge complicata per quanto riguarda le assegnazioni dei seggi: in molti si sono addormetati la sera onorevoli e risvegliati la mattina con un pugno di mosche in mano.

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