"Basta con i processi lumaca e l'economia deve ripartire"

Il coordinatore Fi: "I referendum non sono contro il governo: bisogna ridurre del 50% i tempi del civile"

"Basta con i processi lumaca e l'economia deve ripartire"

I primi dati sulla raccolta firme per i sei referendum popolari sulla giustizia sono confortanti. Il successo politico dell'iniziativa, portata avanti da Lega, Forza Italia e radicali, è un segnale incoraggiante per il futuro. Ieri il coordinatore nazionale degli azzurri, Antonio Tajani, ha riunito in videoconferenza i vertici del partito proprio per fare il punto sul tema dei referendum e per stabilire le coordinate della riforma del fisco che nelle prossime settimane diverrà uno dei temi portanti del dibattito politico.

Onorevole Tajani è soddisfatto per come sta andando la raccolta firme?

«Sta andando bene. Stiamo constatando con soddisfazione che chi viene a firmare ai nostri gazebo lo fa con entusiasmo. È tanta la voglia di cambiare. Chi firma intende dare un forte segnale di cambiamento».

Cosa va cambiato?

«Il grande afflusso ai gazebo dimostra innanzitutto che gli italiani hanno una chiara percezione di quanto la difficile condizione in cui versa il sistema giudiziario da noi sia un problema anche se non soprattutto per la ripresa economica».

Secondo lo schema del Recovery plan che vede il pacchetto di riforme necessario corollario all'erogazione degli aiuti finanziari?

«Esattamente. La ripresa economica non può partire senza una riforma concreta e radicale della macchina giudiziaria. È stato stimato, a esempio, che i cosiddetti processi lumaca provocano un danno economico pari al 2,4 per cento del Pil. E per risolvere questa stortura bisogna al più presto riuscire a tagliare del 50% i tempi della giustizia civile e del 25% quelli della giustizia penale».

Non c'è il rischio che passi il messaggio che questi referendum siano contro il governo Draghi?

«No. Non c'è. Innanzitutto perché a proporlo sono forze di governo che semplicemente vogliono contribuire a riformare ciò che della macchina pubblica va migliorato. Se il governo riuscisse a intervenire sul settore ben prima dei referendum meglio ancora»

Lei ha parlato di tempi lunghi dei processi. Cos'altro c'è della macchina giudiziaria che ha bisogno di essere riformato?

«I processi penali finiscono con troppe persone assolte. Segno che c'è troppo squilibrio tra accusa e difesa. E poi ovviamente c'è il Consiglio superiore della magistratura da riformare».

Salvini dice che proprio sulla riforma della giustizia si può misurare un primo grado di «federazione» del centrodestra. Siete compatti?

«Noi abbiamo come obiettivo il partito unico. E sicuramente il tema della giustizia è un tema che unisce il centrodestra. La discussione su questa riforma è un primo passo. Di sicuro, come ha già detto Berlusconi, il partito unico non è il frutto di una fusione a freddo ma un obiettivo a lungo termine che però deve essere perseguito e la riforma della giustizia è sicuramente un primo passo per mostrare la nostra compattezza».

Il capogruppo al Senato di Forza Italia, Anna Maria Bernini, a proposito del referendum, dice che è l'unica valida risposta contro il populismo giudiziario. La crisi dei 5stelle e il successo del governo Draghi segnano secondo lei la fine del dominio del pensiero populista?

«Sì. È una stagione che va chiudendosi perché il populismo è capace soltanto di denunciare problemi. Risolverli è tutt'altra cosa. E lo si vede bene anche all'estero. Le amministrative in Francia hanno punito i gilet gialli e la Le Pen. Lo stesso è accaduto in Spagna, con la sconfitta di Podemos, e in Germania, con la vittoria dei Verdi. Il declino del populismo dimostra che il percorso che abbiamo scelto è giusto: un centrodestra costruttivo e responsabile legato a libertà, solidarietà e sussidiarietà».

A proposito di libertà, crede che sul ddl Zan si finirà a un voto in aula «al buio», come sostiene Renzi, o si troverà una mediazione?

«Noi siamo favorevoli a una mediazione. Dispiace che la sinistra, invece, si irrigidisca su scelte demagogiche e su un tema che di sicuro non rappresenta in questo momento una priorità. Per noi comunque la libertà e la tutela delle persone è fondamentale: ecco perché abbiamo anche proposto un aumento delle pene verso chi si macchia di violenza omofoba. Allo stesso tempo però la legge deve tutelare la libertà di pensiero e la libertà di educazione».

Un ultima domanda. Oggi il vertice del centrodestra per la scelta dei candidati sindaci sarà risolutivo?

«Una sintesi la

troveremo. Siamo ottimisti. Ci piace, a esempio, il progetto di Maresca (candidato a Napoli, ndr) ma non possiamo rinunciare al nostro simbolo. E su Bologna riteniamo ancora il nostro Andrea Cangini il candidato migliore».

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