Un drastico stop: rubinetto dei fondi stanziati per i palestinesi chiuso. Poi le voci contrarie. E la correzione di marcia: gli aiuti umanitari restano. Con un tweet, che ha fatto subito discutere, il commissario europeo per l'Allargamento e il Vicinato, Olivér Várhelyi, ha invitato ieri i 27 Stati Ue a un'urgente riflessione sugli aiuti. Perché, scrive il rappresentante ungherese a Bruxelles, «l'incitamento all'odio, alla violenza e la glorificazione del terrore hanno avvelenato le menti di troppi». Dichiarazione sibillina, che apre un vaso di Pandora sul flusso di denaro versato per anni verso i Territori. Sia dal governo Ue sia da Stati membri, con l'incognita che qualche banconota possa essere stata usata per scopi azzardati, se non per assalti come quello che sabato ha colto di sorpresa Israele.
«In qualità di principale donatore per i palestinesi - precisa quindi Várhelyi - la Commissione sta mettendo sotto esame l'intero portafoglio di sviluppo, per un valore totale di 691 milioni». Il «congelamento» riguarderà tutti i pagamenti già in corso, con «progetti sottoposti a revisione», mentre i nuovi stanziamenti saranno rinviati. In stand by aiuti umanitari alla Cisgiordania, governata dall'Anp del presidente Abbas, e alla Striscia di Gaza.
C'era da aspettarsela, una presa di posizione Ue. Ma era attesa per oggi, nella riunione d'emergenza dei ministri degli Esteri convocata dall'Alto rappresentante Josep Borrell, che dall'Oman ha fatto appello a una de-escalation pur nel «diritto di Israele a difendersi». Invece Várhelyi, a sorpresa e non senza polemiche ha detto che Bruxelles sospenderà i pagamenti alle autorità palestinesi come risposta all'attacco. E la Commissione ha informato che gli eventi «potranno influenzare l'assistenza», invitando gli Stati a interrogarsi sulla giustezza delle scelte di questi anni.
Ma il fronte non è compatto. Il governo spagnolo ha espresso il suo disaccordo. Critiche anche da Lussemburgo e Irlanda. Il governo di Dublino ritiene che non ci siano le basi legali per una decisione del genere e chiede alla Commissione di chiarire la questione. Poi arriva addirittura la smentita ufficiale. Da Bruxelles. «Pur condannando fermamente l'attacco terroristico di Hamas, è indispensabile proteggere i civili e rispettare il diritto internazionale umanitario. Gli aiuti umanitari dell'Ue ai palestinesi bisognosi continueranno fino a quando sarà necessario» scrive su X il commissario alle Crisi Janez Lenarcic.
Una portavoce della Commissione, per evitare che i dubbi adombrati crescessero, complicando gli sforzi diplomatici messi in campo da Borrell e dal ministro Tajani (che domani sarà in Egitto), ha sottolineato che nessun fondo è stato inviato «direttamente o indirettamente» a organizzazioni terroristiche come Hamas. La Commissione Ue annuncia che «revisionerà» i programmi di assistenza a supporto dei palestinesi. Ma, sottolinea «nel frattempo, non essendo previsti pagamenti, non ci sarà alcuna sospensione dei pagamenti. La revisione dei programmi non riguarda l'assistenza umanitaria fornita nell'ambito delle operazioni europee di protezione civile e di aiuto umanitario (Echo)».
L'Italia, da parte sua, continuerà l'aiuto umanitario ai Territori, fa sapere la Farnesina.
Ma dopo la telefonata tra Meloni e il collega israeliano Netanyahu, gli 007 hanno ingigantito la lente sui finanziamenti privati, fondazioni e associazioni, potenzialmente arrivati a enti riconducibili al partito che gestisce le attività a Gaza.
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