Battaglia sul fiume e ponti distrutti. Kiev blocca il nemico e avanza a Kharkiv

I passaggi sul Siversky Donets fatti saltare per fermare l'avanzata russa. Gli ucraini: "Bombe a grappolo e al fosforo su Dnipropetrovsk. Mosca impedisce l'uscita dai sotterranei di Azovstal"

Battaglia sul fiume e ponti distrutti. Kiev blocca il nemico e avanza a Kharkiv

In attesa di un «ponte di pace», russi e ucraino fanno saltare in aria i ponti veri: quelli strategicamente utili all'esercito nemico. È una guerra combattuta con armi moderne, ma con tecniche che ci rimandano alle scene di guerra dei film in bianco e nero. L'esplosione dei reciproci ponti utili all'avanzata di uomini e mezzi dimostra come i conflitti si nutrano anche di scelte «obbligate», dai tempi di von Clausewitz ad oggi.

Così gli ucraini annunciano di «aver fatto crollare con esplosivi due ponti sul fiume Siversky Donets per frenare l'avanzata delle forze russe nel Lugansk»; tutto documentato dalle immagini satellitari che mostrano le macerie nei pressi del villaggio di Bilohorivka.

Stessa scelta da parte dei russi che hanno rivendicato «il bombardato di tre ponti nella regione orientale di Kharkiv»: azione confermata dallo Stato maggiore generale delle Forze armate di Kiev che ha spiegato come «i missili sono stati lanciati sugli insediamenti di Tsyrkuny e Ruski Tyshky per rallentare le azioni di controffensiva delle unità delle Forze di difesa ucraine che avanzano anche a nord di Kharkiv».

«In mattinata bombe a grappolo e al fosforo sono state lanciate pure su Zelenodolsk, nell'oblast di Dnipropetrovsk, con sistemi lanciarazzi multipli MLRS», spiegano fonti militari ucraine, precisando che «un civile è rimasto ucciso e un altro è stato ferito».

«Nella notte, ancora, un aereo russo ha colpito Novgorod-Siversky nella regione di Chernihiv, nel nord est», ha annunciato il capo dell'amministrazione militare regionale, Vyacheslav Chaus: «Tre persone sono morte e 14 sono rimaste ferite. Questa mattina le truppe russe hanno lanciato un missile da crociera sulla città di Zaporizhzhia, un edificio privato è in fiamme».

«Se parliamo della fabbrica Azovstal, i civili di cui eravamo a conoscenza, i civili che erano con noi, i civili di cui ci prendevamo cura, non sono più con noi. Sono riusciti a lasciare l'impianto. Magari c'è qualcun altro ancora più giù, perché nessuna organizzazione internazionale è mai riuscita a entrare e valutare la situazione», ha detto alla Cnn il capitano Svyatoslav Palamar, vicecomandante del reggimento Azov. «Le truppe russe stanno bloccando le uscite dai passaggi sotterranei dell'impianto Azovstal di Mariupol - afferma il consigliere del sindaco di Mariupol, Petro Andriushchenko -. L'obiettivo principale dell'esercito russo è bloccare le uscite dai passaggi sotterranei, che sono stati indicati al nemico da un traditore. Tuttavia, i difensori di Mariupol stanno facendo tentativi di contrattacco, rischiando tutto. Non ci sono parole per descrivere l'eroismo dei difensori della nostra città».

Secondo Andriushchenko, che ha postato un video aereo ravvicinato sull'acciaieria, «i droni russi sono uno dei problemi più grandi. Se ci fosse stato un modo per abbatterli, le cose sarebbero state molto più facili per i difensori di Mariupol».

Nei giorni scorsi l'Ucraina ha proposto a Mosca di rilasciare i prigionieri di guerra russi in cambio dell'evacuazione dei militari ucraini gravemente feriti dall'impianto di Azovstal. Secondo il vice primo ministro ucraino Iryna Vereshchuk, al momento è impossibile sbloccare l'acciaieria con mezzi militari, mentre le unità militari ucraine non intendono arrendersi.

«Purtroppo oggi non possiamo garantire la sicurezza di ogni residente. Ogni angolo dell'Ucraina, ogni città e paese, è minacciato mentre la Russia continua la sua barbara guerra contro il nostro Paese», dice il sindaco di Kiev, Vitaly Klitschko. Intervistato dalla Cnn, Klitschko spiega che «senza dubbio la capitale è per i russi il principale obiettivo» e si dice «preoccupato che Putin possa usare armi nucleari».

Un timore che le parole di ieri del vice presidente del Consiglio di sicurezza russo, Dmitry Medvedev, rilancia ulteriormente: «Riempire l'Ucraina di armi dei Paesi Nato, addestrare le sue

truppe all'uso di equipaggiamenti occidentali, schierare mercenari e tenere esercitazioni ai confini aumenta la probabilità di un conflitto aperto e diretto tra Russia e Nato».

Soffiare sul fuoco diventa sempre più pericoloso.

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