Parma. Via Burla non somiglia a Copacabana. Fra la spiaggia brasiliana e le sbarre del super carcere di Parma il concetto di evasione può scolorire. Insomma, la differenza si nota. Così il detenuto Cesare Battisti, 67 anni di cui 37 trascorsi da latitante fra Francia e Sudamerica, condannato all'ergastolo per 4 omicidi ed altri reati di terrorismo, ha preso carta e penna, denunciando di essere stato «aggredito fisicamente e verbalmente» dalle guardie penitenziarie del carcere emiliano. È il 7 marzo quando al tribunale di sorveglianza di Reggio Emilia vengono recapitate tre pagine scritte a mano dall'ex militante dei Pac - Proletari armati comunisti. Estradato in Italia nel 2019, dopo poco più di 4 anni di reclusione Battisti si lamenta: parla di «trattamento selvaggio, di un'irruzione alle 8 del mattino con tutta l'intenzione di provocare una reazione» e «mancanza di privacy anche in bagno». Di più e di peggio: «Il colpo al cuore» per il terrorista che non ha mai temuto di mirare al petto delle sue vittime, avviene quando «ho ritrovato danneggiato il mio pc». «Un trauma - dice Battisti, per quello strumento di lavoro come editor di Artisti dentro», la onlus con cui Battisti collabora. «Il pc è l'unico mezzo per mantenere equilibrio in circostanze tanto avverse», dice ancora il terrorista. La latitanza gli era certo pesata meno. Immediata la replica della polizia penitenziaria che per bocca del segretario generale della Uilpa, Gennarino De Fazio, precisa: «Non ci risultano né violenze né danneggiamenti: le parole di Battisti esprimono insofferenza alle regole che prevedono anche perquisizioni. Confidiamo che l'autorità giudiziaria faccia chiarezza anche per fermare questo tiro al piccione nei confronti degli agenti carcerari. In Italia ne mancano 18mila e l'ultimo concorso ha immesso solo 1700 unità».
A Parma, Battisti è arrivato da Ferrara, lo scorso settembre 2022 con un nuovo status, declassificato a detenuto comune, eppure i toni potrebbero essersi alzati come spiega Roberto Cavalieri, garante regionale dei diritti delle persone private della libertà: «Il suo inserimento è stato in salita, con episodi paradossali: mentre in precedenza, pur sottoposto ad un regime più limitativo della libertà, poteva tenere il pc tutto il giorno, qui può farne un uso limitato, legato alla durata della batteria». Un regime più afflittivo e un comfort in meno. Intollerabile per chi abbia assaporato tanta libertà e tanto a lungo.
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