La Bce promuove il governo su lavoro e crescita

L'Eurotower: "Creato più di 1 milione di posti". Citi: "Btp meglio dei bond francesi"

La Bce promuove il governo su lavoro e crescita
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Soffia un'aria di ottimismo sui titoli di Stato italiani. E, quello che fa più notizia, è che i commenti positivi fioccano da fonti autorevoli e non certo inclini a entusiasmi troppo facili quando si parla del debito del nostro Paese: è tra queste Isabel Schnabel, tra i membri tedeschi dell'esecutivo della Banca centrale europea, in un suo intervento dello scorso 2 ottobre. «In Italia», ha rimarcato Schnabel parlando dei miglioramenti del mercato del lavoro osservabili nel Sud dell'area euro, «il numero di persone occupate si è espanso di più di un milione di unità a partire dal 2022, supportato da consumi privati e fiducia».

Su questo punto ha convenuto anche l'economista della casa di investimenti americana Citi, Giada Giani, che ieri ha firmato un commento il quale metteva in evidenza i punti di forza dei Btp italiani rispetto all'attuale debolezza degli Oat francesi: «Lo stimolo fiscale rilevante del 2021-2023 ha spinto il pil italiano su un percorso migliore». E poi: «la crescita dei posti di lavoro e i livelli occupazionali record implicano che le entrate in rapporto al Pil sono strutturalmente più alte rispetto al passato». Allo stesso modo Giani ritiene che «lo choc inflazionistico sia stato un beneficio per il bilancio pubblico», almeno rispetto alle stime iniziali.

Va da sé che, in questo momento, «i titoli di Stato italiani hanno beneficiato del fatto che sono un'alternativa valida a livello di offerta e liquidità rispetto agli Oat francesi senza preoccupazioni politiche e fiscali immediate», ha affermato l'economista di Citi.

Insomma, molti investitori - a fronte di una situazione politica francese che permane incerta - vedono i Btp come un'opportunità con potenzialità inespresse. Del resto, l'Italia ha aggiornato il suo deficit peri il 2024 al 3,8% (rispetto alle previsioni di inizio anno del 4,3%) e prevede di chiudere la procedura d'infrazione con l'Unione europea nel giro di due anni contro i cinque della Francia. Pertanto, le traiettorie fiscali fanno ritenere possibile un'ulteriore convergenza per quanto riguarda i rendimenti, al momento separati da poco più di cinquanta punti base. Nel terzo trimestre del 2023, quindi un anno fa, i Btp rendevano l'1,25% in più di ora, ciò significa che non c'è più «una pressione al rialzo sul costo medio del debito italiano». E questo, insieme all'apporto del Pnrr, alle limitate preoccupazioni politiche nel breve termine e al saldo primario ormai a portata di mano potrebbe portare «per la prima volta in un decennio», sottolinea Citi, a «una pressione al rialzo per i rating». Infatti, il prossimo 18 ottobre, in calendario ci sono le revisioni del rating per l'Italia di S&P e Fitch. La prima delle due, secondo Citi, in base «alle sue valutazioni storiche» è la più accreditata ad arrivare a una promozione del merito di credito italiano (che per entrambe le agenzie è di BBB stabile).

Questo cambiamento non è prezzato dai mercati e potrebbe determinare «una sovraperformance dei Btp», che diventerebbero ancora più appetibili.

Tanto che il rendimento dei Btp è visto da Citi al 3,1% (dal 3,5% attuale) entro il primo trimestre del 2025. Sarebbe un'ottima notizia per un Paese con un debito/Pil al 135% che costituisce ancora «un tallone d'Achille».

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