Se perfino il falco olandese Klas Knot apre su uno stop al rialzo dei tassi a partire da settembre, allora forse le posizioni italiane stanno guadagnando terreno nella dirigenza della Banca centrale europea. E anche ieri il governatore della Banca d'Italia, Ignazio Visco, le ha ribadite in un'intervista a margine del G20 dicendo che la Bce «ha rialzato i tassi velocemente e con interventi importanti: a questo punto però potrebbe esserci ancora qualcosa da fare ma non molto. La mia impressione è che siamo vicini al picco». Vale a dire: un altro rialzo dello 0,25% nella seduta di luglio prima di una pausa.
Per frenare l'inflazione in Europa, ha proseguito il governatore, «non credo ci sia bisogno di una recessione, possiamo farlo» senza provocarla. Quanto al tempo che sarà necessario mantenere i tassi a un livello elevato, Visco ha risposto: «Non troppo a lungo». L'idea è «essere prudenti» perché «c'è rischio di fare troppo» e «andare oltre rispetto ai nostri obiettivi».
L'Eurozona in questo momento è in stagnazione, con alcuni Paesi - tra cui l'Italia - che stanno dimostrando una particolare vitalità «grazie alla domanda si servizi che compensa in tutto o in parte il calo del manifatturiero» (il Pil è previsto al +1,3% quest'anno).
Intanto però si accumulano segnali di rallentamento: l'ultimo in ordine di tempo arriva dall'Indicatore dei Consumi Confcommercio (ICC) che, a giugno, ha evidenziato una riduzione dello 0,6% sullo stesso mese del 2022, confermando il rallentamento in atto da alcuni mesi. «Le nostre stime indicano una variazione congiunturale del pil nel secondo trimestre pari a +0,1%» sul +0,6% del primo trimestre, analizza nella sua nota il centro studi di Confcommercio, «sintesi numerica del forte rallentamento dell'economia italiana». E l'inizio del terzo quarto dell'anno non sembra mostrare «particolari segnali di risveglio». Confcommercio, inoltre, prevede che la crescita dei prezzi dovrebbe confermarsi in rallentamento a luglio al 5,9% su base annua, con una variazione nulla rispetto al mese precedente.
Lo stesso Visco ha detto che il carovita «può scendere anche più velocemente di quanto previsto» grazie al calo dei prezzi energetici per rientrare sull'obiettivo della Bce (2%) già nel 2025. E questo accadrà nonostante l'inflazione di fondo, ovvero quella al netto di energia e alimentari freschi, si stia rivelando «ostinata».
La gelata sulla produzione industriale, il rallentamento della Cina e i timori per l'andamento del commercio globale potrebbero portare a più miti consigli la Bce. Ieri, il governatore olandese Knot, come «per la riunione di luglio» un rialzo «è una necessità» ma, come anticipato, un ulteriore rialzo al costo del denaro nella riunione di settembre da parte della Bce «non è una certezza», rafforzando le voci di chi giudica possibile una pausa.
La notizia farà sicuramente piacere a chi ha un mutuo a tasso variabile, circa un terzo del totale nel nostro Paese.
Intanto continua l'interlocuzione tra banche e governo: ieri, il presidente di Intesa Sanpaolo Gian Maria Gros-Pietro ha evidenziato anche come «per quanto ci riguarda, mi pare che circa i 3/4 dei nostri mutui sono a tasso fisso, quindi già il problema si ridimensiona. Per quanto riguarda i mutui a tasso variabile, ne stiamo parlando sia con il governo sia in sede Abi e ci sono diverse soluzioni che noi favoriremo».
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.