Bce, tassi giù dello 0,25% ma occorre più coraggio

Il costo dei depositi cala al 3,25%. Lagarde: "Unica opzione sul tavolo, decisione unanime". E i mercati vedono altre sei riduzioni

Bce, tassi giù dello 0,25% ma occorre più coraggio
00:00 00:00

Poiché il coraggio se uno non ce l'ha mica se lo può dare (copy Lisander Manzoni), la Bce riduce i tassi di un quarto di punto portando quello sui depositi al 3,25%. Per tagli più robusti pregasi aspettare, anche se i mercati prospettano che da qui all'autunno '25 l'Eurotower spalmerà sei tornate di ammorbidimenti dello 0,25% ciascuno, per un totale di 125 punti base.

Insomma, niente fughe in avanti, nessuna propensione ad abbandonare il piccolo cabotaggio, con tutti i componenti il consiglio a remare nella stessa direzione. «C'era solo sul tavolo l'ipotesi di un taglio dello 0,25%, una decisione che abbiamo preso all'unanimità», ha svelato ieri la numero uno dell'istituto di Francoforte, Christine Lagarde, durante la conferenza stampa da Lubiana. Le tensioni degli ultimi mesi in seno al board tra falchi e colombe sembrano quindi rientrate, in una comunione d'intenti che si regge sull'approccio meeting by meeting e trova il suo punto di caduta nella totale dipendenza dai dati economici. Concetto basico che serve a non dare mai indicazioni su cosa farà la Bce (c'era una vota la forward guidance), sottolineato più volte da Lagarde con uno sguardo alla colonnello Kurtz ben messo in risalto dal soprabito color Quaresima. E se la Pasqua (monetaria) è ancora lontana, l'eurozona non corre il rischio di un'apocalypse now: «Non andiamo verso una recessione, siamo diretti verso un atterraggio morbido», ha vaticinato l'ex capa del Fondo monetario.

Eppure, proprio la Bce ha motivato l'intervento di alleggerimento non solo in ragione del processo disinflazionistico ormai «sulla buona strada», ma anche a causa delle «recenti sorprese al ribasso negli indicatori dell'attività economica» che avrebbero meritato già nei mesi scorsi ben altra attenzione sotto il profilo monetario. Il rischio è lo stesso di una volta: come avvenne con l'inflazione giudicata un fenomeno transitorio, una consapevolezza tardiva sulla deriva recessiva dell'intera area. A fronte di prezzi al consumo in palese raffreddamento (1,7% in settembre) e al di sotto del target del 2% (anche se la parte core è attestata al 2,4% e si mettono in conto altri rincari degli alimentari legati alla crisi climatica), è innegabile il rapido deterioramento del ciclo congiunturale, di cui la Germania è la spia rossa accesa nella stanza dei bottoni. «Ci sono indicatori che dimostrano debolezza economica al di sotto delle nostre attese», si è limitata ad ammettere Madame Bce. Cui si può imputare il fatto di aspettarsi «che l'economia si rafforzi nel tempo grazie alla ripresa dei redditi che permetterebbe alle famiglie di consumare di più» (e con i prezzi come la mettiamo?) nonostante un conteso internazionale gravido di insidie per la crescita. A cominciare dai fronti di guerra aperti, con quello in Medio Oriente potenzialmente esplosivo per i prezzi del petrolio, fino alla possibile introduzione di barriere commerciali nel caso Donald Trump dovesse rientrare alla Casa Bianca. «Qualsiasi restrizione, incertezza, od ostacolo al libero commercio per un'economia aperta rappresenta un fattore negativo», ha affermato la leader di Francoforte. I dazi Usa sulle nostre esportazioni sarebbero d'altra parte una tale mazzata sull'economia di Eurolandia che qualche analista ipotizza una sforbiciata ai tassi di mezzo punto nel marzo del prossimo anno.

Ultimo capitolo dedicato ai governi, invitatati a rimboccarsi le maniche: «L'attuazione piena, trasparente e immediata del nuovo quadro di governance economica dell'Ue li aiuterà a ridurre stabilmente il disavanzo di bilancio e il rapporto debito-Pil: questa è la

direzione che essi dovrebbero ora intraprendere con determinazione nel definire i propri piani di medio termine per le politiche di bilancio e strutturali». Tutta roba per cui ci vuole anche coraggio. Quello che manca alla Bce.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica