Bene Wall Street i Treasury Usa e un pizzico di oro

Se Atene e i creditori trovassero l'accordo, si potrebbe guadagnare il 3,5% in 3-6 mesi

In caso di Grexit, chi accetta invece di correre qualche rischio in più dovrebbe invece aumentare all'interno delle parte azionaria (40% del portafoglio circa) l'investimento nelle società americane, asiatiche e giapponesi. Queste ultime, come si è visto anche ieri, risultano infatti meno esposte alla crisi greca. L'obiettivo di fondo è infatti abbinare a una ragionevole speranza di guadagno a medio termine, uno sicuro scudo che limiti le probabili perdite di breve periodo.

A livello obbligazionario (che dovrebbe rappresentare un altro 55% del giardinetto) valgono poi considerazioni simili a quella della soluzione a basso rischio: è consigliabile allinerasi subito a una minore esposizione verso i titoli di Stato della zona euro e le obbligazioni bancarie e societarie della Ue, per privilegiare invece i fondi monetari in valute estere e le obbligazioni dei Paesi emergenti in dollari. Ci sono però, un paio di importanti accorgimenti per ottimizzare il rendimento. Per prima cosa gli esperti consiglianodi ridurre il peso delle azioni al 35% così da re-impiegare il 5% in Etf agganciati all'oro. In secondo luogo si dovrà limare del 5% la parte obbligazionaria (portandola quindi al 50%), per investire altrettanto in Etf e fondi specializzati in titoli di stato americani. Se sui mercati dovesse contimuare a dominare il panico, oro e governativi americani tenderanno infatti a crescere di valore.

Con un portafoglio così costruito e se il dramma greco resterà irrisolto, nei prossimi 3-6 mesi le perdite dovrebbero essere circoscritte a 3-4 punti percentuali.

Se, al contrario, lo scenario volgesse al sereno (vittoria del «Si» al referendum e quindi il successivo accordo tra la Grecia e i creditori), il portafoglio potrebbe rivalutarsi e registrare un guadagno fino al +3,5 per cento.

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