L'obbligo alle stazioni di servizio di esporre il prezzo medio dei carburanti potrebbe non riuscire a «contenere i prezzi» come si aspetta il Ministro Urso. Sì, i gestori che vendono al di sopra del prezzo medio saranno indotti a non esagerare, ma pure chi pratica prezzi bassi si chiederà se non ci sia spazio per alzarli. Anche l'antitrust (AGCM) ha sentenziato che l'esposizione del prezzo medio «potrebbe essere usata da parte dei gestori come prezzo focale in possibile pregiudizio della concorrenza». Nella misura in cui ciò accadesse, facendo convergere il mercato verso il prezzo medio, avremmo annacquato quella liberalizzazione introdotta nel 1991, quando lo Stato iniziò a fare qualche timido passo indietro come attore economico, verso un ruolo di regolatore del mercato.
L'effetto probabile è proprio di rafforzare nei cittadini l'idea che ci possa essere una mano superiore a regolare i prezzi, in luogo della domanda e dell'offerta. Il Ministro manda un messaggio pregno di significati quando dice che, in presenza di prezzi eccessivi, «i cittadini possono denunciare al ministero o alla Guardia di Finanza che possono intervenire secondo le proprie competenze». Intanto, lascia intendere che le autorità abbiano un potere che invece non hanno. Il gestore, proprietario del carburante, è libero di venderlo al prezzo che desidera, come gli automobilisti sono liberi di non acquistare e passare oltre. Sul punto ancora l'AGCM ha dichiarato che un suo intervento sarebbe «difficile da configurare». Come a dire: noi interveniamo quando la concorrenza manca, non quando c'è. Forse c'è la velata minaccia di una visita della GdF che, pur non sanzionando il prezzo, qualche altra irregolarità per elevare una sanzione riuscirà a trovarla. Ad ogni modo, aspettiamo con curiosità di vedere il primo verbale della GdF per prezzo eccessivo della benzina.
Poi investe i cittadini di un pericoloso potere di delazione. Immaginiamo quante discussioni sorgeranno da parte di chi pretenderà che venga applicato quel prezzo medio esposto, sentendosi nel giusto. Un'arma in mano agli automobilisti contro i gestori, che tenteranno improbabili spiegazioni, tipo «non è mia la pompa, ci lavoro solo». È facile prevedere che in qualche caso la situazione sfuggirà di mano. È questo che vogliamo? Il far west alla pompa di benzina?
Infine, c'è una questione culturale. Questo Paese non ha ancora digerito l'economia di mercato. Molti pensano davvero che i prezzi vadano controllati e imposti dallo Stato.
Tanti credono inconsciamente, e altri desiderano, di vivere in un'economia socialista, non capitalista. Ma non sono tutti. Molti italiani credono nell'economia liberale e da un Governo di destra si aspettano il coraggio di affermare e praticare i principi liberali, pro e non contro il mercato.
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