Roma Fiducia. È la parola chiave scelta da Bergoglio sul volo di ritorno dall'Irlanda, rispondendo a una domanda sul dossier pubblicato da monsignor Carlo Maria Viganò, l'arcivescovo che accusa clamorosamente il Papa d'insabbiamento, chiedendone le dimissioni. Francesco non si è tirato indietro, e pur scegliendo la via del silenzio sulla faccenda, ha chiesto soltanto «un atto di fiducia» ai giornalisti che gli hanno posto una domanda in merito alla «testimonianza» scritta dall'ex nunzio apostolico negli Stati Uniti. Dal dossier emerge, tra le tante cose, che nel 2013, Carlo Maria Viganò avesse informato il Papa della condotta sessuale dell'ormai ex cardinale 88enne Theodore McCarrick. E che, nonostante ciò, Francesco non avesse preso alcun provvedimento, cambiando subito discorso. Il Papa, sulla questione, è stato chiarissimo: «Fate il vostro giudizio leggendo il comunicato, quando sarà passato un po' di tempo e voi avrete tratto le conclusioni, forse io parlerò. Ma vorrei che la vostra maturità giornalistica - ha aggiunto rivolgendosi ai cronisti - faccia questo lavoro, vi farà bene». Un segnale preciso alla stampa che lo ha anche attaccato: studiate per bene il dossier Viganò.
Non fermarsi, dunque, alle apparenze, ma leggere tra le righe di quello che può esser definito l'inizio di uno scandalo Vatileaks 3. Gli elementi, dopotutto, ci sono tutti: una cordata di ecclesiastici che punta al prossimo conclave e che, per far fuori il Papa regnante, utilizza un uomo deluso e arrabbiato, in possesso d'informazioni riservate, che non ha più nulla da perdere. E a sua volta, lo stesso uomo, anziché rivolgersi nuovamente al diretto interessato, provando magari a insistere, consegna invece tutto alla stampa per far esplodere un caso e tornare alla ribalta dopo sette anni d'assenza dalle scene.
Di certo c'è che quando il Papa, nel 2013, fu informato da Viganò in privato della condotta di McCarrick, l'ex nunzio negli Usa non fece col Papa alcun cenno a casi di abusi su minori da parte del porporato. Forse perché neanche Viganò ne era a conoscenza. Parlò invece col Pontefice di casi di «corruzione», da parte dell'ex porporato americano, di sacerdoti e seminaristi maggiorenni, informandolo anche che Benedetto XVI aveva imposto all'ex arcivescovo di Washington delle sanzioni canoniche: «Gli ha imposto di ritirarsi a una vita di preghiera e di penitenza», rivela lo stesso monsignore nel dossier. E Francesco tenne per buone quelle parole, fidandosi dell'iniziativa del suo predecessore e chiudendo così la faccenda.
Soltanto lo scorso luglio, Francesco è stato informato degli abusi sessuali su minori perpetrati da McCarrick 50 anni prima, quando era un semplice sacerdote. E in brevissimo tempo gli ha tolto addirittura la porpora cardinalizia, senza pensarci troppo su, in linea con la sua volontà di fare pulizia senza guardare in faccia nessuno.
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