Mentre anche Mosca, dopo Atene, batte cassa a Berlino per i danni di guerra e chiede 600 miliardi di dollari provocando più di un travaso di bile ad Angela Merkel, ecco che il governo greco diffonde la richiesta ufficiale: quasi 300 miliardi di euro, ovvero più del mega debito oggetto del memorandum dal 2012. Un paradosso, come tanti altri in questa storia, che sta aggiungendo sale sulle ferite dell'eurocrisi. Intervenendo in Parlamento il vice-ministro delle Finanze, Dimitris Mardas, ha annunciato quanto la Germania deve alla Grecia: 278 miliardi di euro, compresi 10 miliardi per un prestito che fu preteso dalle forze di occupazione naziste. E non è tutto, perché dalla Duma ecco il via libera a una commissione per calcolare i danni subiti dai russi.
Secondo il quotidiano Izvestia , il conto risultante dovrebbe essere presentato alla cancelliera come obbligo di riparazione. La Camera bassa del Parlamento moscovita ha istituito un gruppo di lavoro per calcolare i danni causati dalla Germania nell'attacco all'Unione Sovietica del '41. «Per la distruzione arrecata all'Urss la Germania non ha mai pagato», ha detto il deputato Mikhail Degtyarev. In effetti gli accordi di Yalta prevedevano solo alcuni beni tedeschi (principalmente mobili, vestiti, attrezzature industriali) come trofeo di guerra per la parte sovietica, ma secondo l'attuale parlamento questa non rappresenta una compensazione per il danno arrecato all'economia.
La richiesta di Mosca fa il paio con i miliardi chiesti da Atene a Berlino per i danni del secondo conflitto mondiale. «Il governo tedesco deve saldare il proprio debito, - dice pubblicamente l'eurodeputato greco Manolis Glenzos, eroe nazionale che ammainò la bandiera nazi dall'Acropoli nel '43 -. E non si colleghi la situazione attuale della Grecia con quelle giuste rivendicazioni che risalgono alla guerra».
I danni perpetrati alla Grecia dopo l'invasione di Hitler dell'aprile '41 dovrebbero tenere conto di 300mila cittadini greci morti di fame, come risulta da un rapporto della Croce Rossa Internazionale. In seguito Germania e Italia non solo pretesero cifre elevatissime per le spese militari, ma ottennero forzatamente anche quello che venne definito un prestito d'occupazione di 3,5 miliardi. Lo stesso Führer in quella circostanza ne certificò il valore legale e dispose il risarcimento. Ma alla Conferenza di Parigi alla Grecia vennero riconosciuti solo 7,1 miliardi anziché i 14 richiesti. L'Italia restituì come doveva la propria parte, mentre la Germania no. Un rapporto (luglio 2011) dell'economista francese Jacques Delpla sostenne che Berlino dovrebbe alla Grecia addirittura 575 miliardi.
Dalla Grecia all'Italia, passando per la Russia, è tutto un fiorire di iniziative simili, sfruttando una pronuncia della Consulta dello scorso ottobre secondo cui sono incostituzionali le norme che impediscono di agire in giudizio contro la Germania e quindi, per le vittime italiane del nazismo, di ottenere i risarcimenti. Il comune padovano di San Giorgio in Bosco prepara una class action contro la Germania per la fucilazione di 39 concittadini il 29 aprile. Secondo il sindaco Renato Miatello «in una fase storica in cui la Germania tenta di imporsi quale potenza dominante dell'Ue, è giusto chiedere finalmente che qualcuno paghi per questa inutile strage». Stessa decisione per il Comune di Fornelli nel molisano che annuncia una class action per chiedere il risarcimento danni per la strage nazista del 4 ottobre '43.
Analoghe richieste sono state presentate in Francia, Polonia e Slovenia anche se i giudici di quei Paesi, fino a oggi, le hanno respinte. Ad onor di storia va ricordato che la Germania, nell'agosto del '53, grazie al via libera di ventuno Paesi europei, dimezzò il proprio debito. Evitando così il default .twitter@FDepalo
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