Berlusconi avverte gli alleati: «Col lepenismo non si vince»

L'ex premier contro gli estremisti: «Chi divide il fronte moderato favorisce la vittoria di candidati di sinistra»

Berlusconi avverte gli alleati: «Col lepenismo non si vince»

Roma Nel giorno in cui Salvini vince le scontate primarie interne, Berlusconi lancia il suo monito: «Attenzione, con il lepenismo non si vince». Lo fa in una lunga intervista al Foglio, oggi in edicola. Il Cavaliere spiega che, «se il centrodestra vuole tornare a governare deve ispirarsi più al modello Merkel che non al modello Le Pen». Un messaggio chiaro al capo del Carroccio, appena reincoronato monarca della Lega. Lo spunto da cui parte il leader di Forza Italia sono le recenti elezioni in Francia: «La vittoria di Macron e la sconfitta della Le Pen insegnano due cose: che i partiti, se non sono capaci di rinnovarsi davvero, soffrono di una crisi che sta mettendo in discussione l'intero sistema di rappresentanza politica in occidente. Gli elettori sono stanchi, ovunque, delle solite facce, dei professionisti della politica, dell'apparato. La vittoria di Trump in America e quella di Macron in Francia hanno questo in comune: nascono dalla voglia di un profondo rinnovamento della politica».

Attenzione, però: «Il secondo aspetto riguarda la sconfitta annunciata della signora Le Pen. Nonostante il brillante risultato, e nonostante il fatto che abbia saputo interpretare i sentimenti, le paure, le legittime frustrazioni di una parte importante dell'elettorato francese, la leader del Front National sconta il limite di tutti i movimenti di destra identitaria e antisistema: non soltanto non riescono a vincere, ma dividendo il fronte moderato finiscono con il favorire la vittoria di candidati di sinistra». Ed è questa la frecciata diretta a Salvini, deciso a seguire le orme lepeniste. Salvini addio, quindi? Berlusconi spera di no: «Come ci presenteremo alle elezioni dipenderà ovviamente soprattutto dalla legge elettorale. Però su una cosa non ci possono essere dubbi, noi lavoriamo per la vittoria del centrodestra unito. Perché questo sia possibile occorre che il centrodestra abbia un carattere fondamentalmente liberale, cristiano, riformatore, convinto che l'Europa debba cambiare ma europeista nella sua ispirazione di fondo. Altrimenti finiremmo come il Fronte Nazionale in Francia: il pieno di voti in alcune aree del paese, ma nessuna possibilità di vittoria».

Poi, nonostante le risatine della Merkel assieme a Sarkozy dell'autunno 2011, il Cavaliere parla anche della Cancelliera di ferro, lodandola: «La signora Merkel, che stimo e con la quale ho un rapporto personale eccellente, nonostante le assurdità che sono state scritte su questo, è oggi il leader politico europeo più autorevole. Rappresenta gli interessi e le ragioni della Germania in modo molto forte, e questo a noi può risultare qualche volta sgradevole. Ma non è lei che dobbiamo criticare per questo, è l'incapacità dei nostri governi di far sentire con altrettanta forza e autorevolezza le nostre ragioni e i nostri interessi». Il leader di Forza Italia ricorda che il suo governo era in grado di «dialogare alla pari con i leader delle superpotenze. Dopo di allora, purtroppo, l'Italia è diventata davvero marginale».

Berlusconi parla anche di questioni interne e di giustizia. Sul caso Boschi dice: «Preferirei che le inchieste giudiziarie si svolgessero in modo silenzioso, come usava fare Falcone, e che si smettesse una buona volta di alimentare un cortocircuito mediatico-giudiziario, soprattutto quando, come nel caso del ministro Boschi, per quanto è dato a sapere, non vi è alcuna evidenza di reato».

E sul pasticcio delle Ong spiega: «Sospetti sulla trasparenza del lavoro di alcune Ong sono stati avanzati da più parti. Se si scoprisse che davvero c'è chi alimenta questo infame traffico di esseri umani per guadagnarci, sarebbe molto grave».

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