«Se Matteo Renzi con il due per cento può far cadere i governi, noi possiamo stare tranquilli che il nostro apporto al futuro esecutivo sarà più che proporzionato al nostro ruolo», scherza (ma non troppo) un dirigente azzurro quando si chiede cosa chiederà il partito di Berlusocni alla Meloni. In verità è ancora presto per parlare di caselle e di poltrone. Da Arcore fanno sapere che si deve seguire la strada tracciata dalla nostra Costituzione. Strada che parte inevitabilmente dal portone del Palazzo del Quirinale. Sarà Mattarella a dare l'incarico di formare il prossimo governo e sarà l'incaricato, sentiti i partiti che compongono la maggioranza, a formare la squadra. Berlusconi continua a ripetere che questa coalizione porta la sua firma. Sono ventotto anni che i tre partiti sono alleati e l'accordo regge per una visione comune. Non sarà difficile trovare l'accordo su nomi e incarichi. I primi ostacoli, semmai, sono di politica economica. Visto l'urgenza di trattare temi come il caro energia (con eventuale scostamento di bilancio), la legge di bilancio e il reddito di cittadinanza che la Meloni e Salvini vogliono abolire mentre Forza Italia, appunto, chiede di migliorare ovvero di fare in modo che i percettori siano soltanto persone che ne abbiano bisogno e che non possono lavorare. La schiacciante vittoria di Fratelli d'Italia, però, non cancella il ruolo fondamentale, all'interno di questa maggioranza, rappresentata dall'area moderata. Che non solo si farà garante - come ha annunciato lo stesso leader azzurro - della lealtà al Patto atlantico e ai principi su cui si fonda la Ue, ma anche dei valori garantisti e liberali proprio appunto dell'area di riferimento.
E per il suo ruolo di garanzia la squadra azzurra punta su cariche di prestigio ma anche di controllo come la presidenza di una delle due Camere e di alcune commissioni parlamentari. Mentre sul totonomine, ovviamente, la ridda di voci di questi giorni potrebbe essere smentita la settimana prossima con nuove indiscrezioni. Tra tutti spicca il nome di Elisabetta Casellati, dopo che la ex presidente del Senato ha ottenuto risultato superiore alle aspettative nel collegio uninominale della Basilicata. I rapporti all'interno della coalizione non sono gestiti col misurino, sostengono gli azzurri, però le forze moderate all'interno della maggioranza sono indispensabili per mantenere le promesse fatte agli italiani in campagna elettorale. Ecco che quindi il trattamento, sottolineano in più di uno con una velata malizia, deve essere adeguato.
Insomma si è passati dallo spauracchio, ventilato a luglio scorso da qualche sondaggista pessimista, che Lega e FdI potessero fare a meno dei moderati, a un voto che - invece - ha dimostrato la forza politica di Forza Italia e dei centristi.
D'altronde vale il commento che lo stesso Berlusconi ha postato su Twitter a sigillo di queste giornate post-elettorali: «Forza Italia esiste ed è radicata nel cuore degli italiani. Siamo stati ancora una volta decisivi, grazie all'impegno e alla coerenza che abbiamo messo in campo».
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