Dopo i tonanti comunicati del giorno prima, Silvio Berlusconi trascorre la domenica in tranquillità, cercando di definire una strategia in vista della partita del Quirinale, ormai prossima al fischio di inizio. L'unica distrazione è la visione della partita del Milan - che guarda insieme alla figlia Barbara - e non gli regala grandi soddisfazioni.
Il resto della giornata è dedicato al tentativo di definire una cabina di regia in vista delle prime votazioni per il Colle e fare massa critica con le altre formazioni del centrodestra, accordandosi innanzitutto con Ncd e Udc, così da avere un peso maggiore nella grande trattativa. Una necessità, quella dell'unità dei moderati, su cui si confronterà con Angelino Alfano in un incontro che avverrà a Roma tra domani e dopodomani e sul quale in queste ore ha avuto modo di dialogare anche con Matteo Salvini (con il quale si sta iniziando a ragionare anche in vista delle prossime elezioni regionali).
In questo momento, però, la precedenza ce l'ha la creazione del «nocciolo duro» con Area Popolare. Una alleanza strategica e mirata che potrà consentire di aggiungere a quelli di Forza Italia altri cento «grandi elettori» e provare così a influire sulla scelta del candidato per il Quirinale. Lo stesso Alfano, prima di vedere Renzi, vuole incontrare Berlusconi così da avere carte migliori in mano, così come non è escluso un incontro a tre. Area Popolare (ovvero Ncd più Udc) vorrebbe provare a convogliare i voti, almeno nelle prime tre votazioni su Pier Ferdinando Casini, ma ci sono anche altri nomi possibili.
Berlusconi, oltre al dialogo con le formazioni centriste, deve naturalmente fare i conti anche con la dissidenza interna. La volontà di blindare il Patto del Nazareno è conclamata. Ieri nella lettera a Stefania Craxi per il quindicennale della scomparsa del leader socialista si è concesso un passaggio sulle «riforme istituzionali che, dopo anni di tentativi infruttuosi, sono finalmente avviate». Un memento rispetto a un percorso considerato in continuità con le storiche battaglie di Forza Italia. Anche perché come ha detto ai suoi collaboratori più stretti nella serata di sabato «è arrivato il momento di stringere il cerchio. Brunetta si deve tenere di più, non possiamo più permetterci di avere due linee, ne va della nostra credibilità in un momento decisivo». L'intenzione di Berlusconi è di tornare in prima linea e metterci la faccia, sia nell'incontro che avrà domani con il gruppo del Senato, sia in quello del giorno dopo con i 70 deputati della Camera. Riunioni entrambe delicate visto che a Palazzo Madama si balla sui numeri e sul rischio di voti contrari pronti a colpire l'Italicum. Mentre a Montecitorio è evidente la necessità di ricucire una trama sfilacciata, dopo l'eclatante botta e risposta andato in scena sulle agenzie, senza però delegittimare il capogruppo Renato Brunetta.
Un rinnovato protagonismo che è anche un modo per evitare il cristallizzarsi di uno scontro tra correnti - necessità in base alla quale il Cavaliere ha anche «congelato» la raccolta firme a sostegno del Patto del Nazareno - e riconquistare quell'area grigia di indecisi, tentati dai «fittiani», ma impauriti o
indecisi sul da farsi. Un Berlusconi deciso dunque a riprendersi la leadership, a dettare la linea in prima persona e pronto, se necessario, ad andare anche allo scontro con i frondisti, all'insegna del «qui comando io».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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