"Penso che se fosse capitato a me sarei già in croce: vediamo come si dipanerà ma certamente quel conflitto di interessi addebitato a me e alle mie aziende fa sorridere, in tanti anni non ho avuto il minimo vantaggio. Invece vedo che il signor De Benedetti, i cui giornali hanno fatto campagne contro il mio conflitto di interessi, oggi è stato preso con le mani nella marmellata". Silvio Berlusconi, nel corso di un'intervista a Radio 105, risponde così ai conduttori che gli hanno chiesto un commento sulla telefonata di tre anni fa tra Carlo De Benedetti e il suo broker in merito alla riforma delle banche popolari quando era in procinto di essere varata. Nel corso della telefonata De Benedetti disse di aver parlato con l'allora presidente del Consiglio Matteo Renzi che gli avrebbe indicato che la riforma sarebbe stata fatta.
Il leader di Forza Italia poi ha rassicurato gli alleati del centrodestra: "Diamo garanzia di unità, siamo abituati a lavorare insieme e a mantenere gli impegni. Io penso di poter garantire che con la Lega non ci saranno difficoltà a stare insieme e governare. Così come escludo che in parlamento la quarta gamba potrà fare scelte che vanno contro la decisione di allearsi con il centrodestra".
Immancabile poi l'affondo sul Movimento 5 Stelle: "È impensabile che Di Maio possa fare il presidente del Consiglio, perché è un ragazzo di 31 anni, sveglio a parlare in televisione, ma non ha mai lavorato e non è nemmeno riuscito a laurearsi". E ancora: "C'è il pericolo che una vittoria dei grillini possa distruggere la tenuta del nostro sistema economico-finanziario".
In merito alla sinistra e agli ultimi anni di governo, Berlusconi ha spiegato: "Sappiamo come si sono comportati i quattro governi, tra cui il suo (quello di Renzi, ndr), che hanno governato senza essere eletti, ma la colpa non è del tutto sua perché in Europa la sinistra non ha più una visione, non ha niente di nuovo da suggerire, è in crisi quindi non credo si possa dare a Renzi anche questa responsabilità".
Il leader azzurro ha parlato poi delle politiche sul lavoro, in particolare del Jobs Act: "Io non ho detto abolizione del Jobs Act. Anch'io da liberista penso che è evidente che un lavoro precario è meglio dell'assenza di lavoro. È altrettanto vero che un lavoro precario non è una buona soluzione né per l'azienda, né naturalmente e soprattutto per il lavoratore. La verità è che noi ci siamo abituati a guardare al lavoro in un modo sbagliato. Come dice il nostro comune amico Antonio Martino, un posto di lavoro non è un modo per distribuire un reddito, ma è un modo per produrre un reddito.
Come può un giovane con un contratto a termine chiedere un mutuo per comprare una casa? Come può progettare di farsi una famiglia? La crisi della natalità, che è un fenomeno drammatico della nostra società, nasce anche da questo".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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