Berlusconi e Salvini, duello sulla leadership. E con Alfano è stallo

Il Cav: "Solo io posso riunire il centrodestra". E un sondaggio premia il listone con la Lega

Berlusconi e Salvini, duello sulla leadership. E con Alfano è stallo

Silvio Berlusconi scalpita, vorrebbe uscire, fare passeggiate in montagna, magari un salto in città per sentire il calore della gente. Niente da fare: sconsigliato. Così rimane nel suo buen retiro del Palace Espace Henry Chenot di Merano, tallonato da Licia Ronzulli che fa da schermo a chiunque voglia incontrarlo e persino parlargli. Ma le notizie filtrano anche nel resort e al Cavaliere non hanno fatto per nulla piacere le ultime uscite di Salvini che, dalla Versiliana l'ha liquidato così: «Un grandissimo ma del passato». Berlusconi invece si sente «del presente» e soprattutto in forma. Anche nelle ultime ore ha ripetuto: «Solo io sono in grado di riunire il centrodestra e alla maggioranza degli italiani, che resta moderata, non piacciono i toni estremistici della Lega».

Tanti, troppi, elementi lo spingono però a non rompere definitivamente con lo storico ma ambizioso alleato. L'ultimo è un sondaggio di Euromedia Research, della fidata Alessandra Ghisleri, secondo cui l'ipotesi «listone» del centrodestra sarebbe vincente. Non solo: un'alleanza larga tra Forza Italia, Lega, Fratelli d'Italia, Udc e Scelta civica trionferebbe anche sui 5 Stelle e sfiorerebbe il 35,5%. Una percentuale più alta, inoltre, della somma algebrica dei rispettivi partiti. Meglio, quindi, mandar giù ancora qualche rospo dello scalpitante Salvini che ancora ieri lo sfidava a duello: «Io sono pronto: tra me e Berlusconi il leader lo farà chi otterrà un voto in più da parte degli italiani. Decideranno gli italiani».

Vero è che, comunque, che il leader di Forza Italia è convinto di avere, a livello nazionale, più consensi del Carroccio. E poi, da qui al voto c'è tempo e, a settembre, Berlusconi ha intenzione di tornare sotto i riflettori sia andando più spesso in televisione, sia facendo campagna elettorale in vista delle elezioni in Sicilia. Già, la Sicilia: altro cantiere aperto e complicatissimo. È noto come la pensi il leader di Forza Italia che ha più volte ammesso: «Io la politica la capisco al massimo fino a Reggio Calabria, in Sicilia proprio no». E infatti sull'isola ha carta bianca il commissario azzurro Gianfranco Miccichè che sta sudando sette camicie per perfezionare l'accordo con i centristi (sull'isola ci sono ben 7 liste che si collocano al centro ndr.) e soprattutto con Alfano. Molti sondaggi concordano: Angelino in Sicilia vale almeno il 7% e se si perfezionasse l'intesa il centrodestra potrebbe battere i favoriti pentastellati.

Alfano tratta sia con Forza Italia sia con il Pd e alza la posta; ma sa che qualche chances di vittoria l'avrebbe soltanto alleandosi con il centrodestra. Facile a dirsi, molto più difficile a farsi anche perché Alfano vorrebbe cambiare candidato che per ora rimane Nello Musumeci, ex presidente della Provincia di Catania che ha già l'appoggio degli azzurri ma soprattutto di Giorgia Meloni, Matteo Salvini e Stefano Parisi. «Scegliamone un altro», aveva buttato là Alfano in fase di trattative, complicando ulteriormente il quadro e provocando le ire della Meloni.

La quale torna a chiudere la porta in faccia ad Angelino: «L'ho già detto: chi ha governato con Renzi non può essere nostro alleato. E penso che per noi sarebbe molto imbarazzante avere Alfano come alleato, anche a livello regionale». Così la trattativa con i centristi torna in una fase di pieno stallo.

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