Berlusconi, lieve infortunio: due punti al labbro e dimesso

Il Cavaliere inciampa su un gradino e si ferisce. Ma sta bene. E incalza i dem: «Aumentare le tasse è un errore»

Berlusconi, lieve infortunio: due punti al labbro e dimesso

P iccolo incidente per Berlusconi. Un gradino l'ha fatto inciampare all'uscita del ristorante di Portofino dove, con famiglia e amici, stava festeggiando il compleanno del figlio Pier Silvio. Una cena finita con un capitombolo e una ferita al labbro superiore che l'ha costretto a rientrare a notte fonda a Milano dove, alla clinica La Madonnina, è stato ricucito. Due o tre punti di sutura e poi una notte di riposo. «Nulla di grave, una sciocchezza», s'è affrettato a tranquillizzare tutti Alberto Zangrillo, medico personale del Cavaliere. Berlusconi è stato dimesso in mattinata e il contrattempo gli ha impedito di essere presente a Pietrasanta dove era atteso alla manifestazione «Ripartiamo Italia» organizzata dal sindaco Massimo Mallegni e dal responsabile enti locali di Fi, Marcello Fiori.

Tasse e pressione fiscale il tema al centro dell'incontro che ha riunito la crème degli amministratori locali azzurri tra cui Giovanni Toti, governatore della Liguria; Alessandro Ghinelli, sindaco di Arezzo; Franco Landella, primo cittadino di Foggia; Guido Castelli, sindaco di Ascoli e altri. Il Cavaliere, tuttavia, ha voluto intervenire ugualmente attraverso una lettera in cui ha dato la linea e valorizzato il lavoro degli amministratori locali: «I sindaci di Forza Italia sono un modello di rigore, sono gli unici che lavorano per rendere il carico fiscale il più leggero possibile, per mantenere le imposte comunali ai livelli minimi consentiti - questo il suo messaggio -. I risultati che otteniamo dove siamo al governo delle città sono un bel biglietto di visita, proprio in vista delle prossime elezioni amministrative, nelle quali sono in gioco città importanti in molte regioni italiane. E sono convinto che presto conquisteremo la Toscana».

E poi un accenno alle tasse: «Il fisco e la lotta alla povertà hanno un valore assolutamente centrale nei nostri programmi. Due temi molto legati fra loro, e che vanno affrontati in un modo opposto a quello che pensa la sinistra. La sinistra crede che la ricchezza sia una quantità fissa, immutabile, e che si tratti solo di distribuirla meglio. Quindi basta aumentare le tasse per avere più risorse da spendere per i poveri. Quello che bisogna fare è esattamente l'opposto».

Quindi lancia il reddito di inclusione che «si basa sugli studi del grande economista Milton Friedman sull'imposta negativa sul reddito: al di sotto di una certa soglia, non si pagano più imposte allo Stato, ma è lo Stato che versa un aiuto in denaro al cittadino». Ma la vera questione è «la crescita che si può ottenere solo con una forte, vera, profonda riduzione del carico fiscale su famiglie e imprese.

Una riforma profonda con l'introduzione della flat tax». L'obiettivo è dichiarato: «Ricostruire il Paese per non lasciarlo all'immobilismo del Pd né all'avventurismo di Grillo: è un compito storico, non meno importante di quello del 1994».

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