Berlusconi: l'Italia è tripolare torniamo al proporzionale

Tutti contro tutti. Il premio alla coalizione divide azzurri e Lega, che vuole il Mattarellum. M5s per il doppio turno

Berlusconi: l'Italia è tripolare torniamo al proporzionale

A parole sono tutti pronti a sciogliere il nodo della legge elettorale. Nei fatti è stallo completo con ogni partito che guarda in cagnesco l'altro perché nessuno si fida dell'altro. Ai blocchi di partenza i desiderata di ogni forza sono lontani mille miglia. Su tutti, l'irritazione del capo dello Stato che svolge un ruolo determinante. Mattarella da una parte auspica un'intesa capace di superare il paradosso attuale: ad oggi sono in vigore due leggi elettorali diverse per Camera e Senato. A Palazzo Madama vige il Porcellum, sistema proporzionale dove ogni regione costituisce un collegio elettorale, con soglie di sbarramento del 20% per le coalizioni e dell'8% per le liste non coalizzate. A Montecitorio è in vigore l'Italicum modificato: proporzionale che prevede un premio di maggioranza per la lista che ottiene più del 40% dei voti su base nazionale, con capilista bloccati. Al di là dei giudizi di merito, le due leggi rendono impossibile avere risultati simili nelle due Camere. Un partito potrebbe avere la maggioranza alla Camera ma non al Senato o viceversa. Quindi il capo dello Stato difficilmente scioglierebbe le Camere senza sistemi elettorali omogenei.

Così, ecco che ognuno tira acqua al proprio mulino per uscire dall'impasse. Berlusconi torna a ribadire sul mensile Opinione di Arturo Diaconale che «l'Italia non è bipolare per scelta degli elettori italiani. Per la verità non lo è mai stata se non come effetto della nostra discesa in campo nel 1994». Ma ora ci sono tre poli che si equivalgono e allora meglio un proporzionale. Ma, soprattutto, meglio un premio alla coalizione in modo da non fondersi con la Lega di Salvini: una coalizione Forza Italia-Lega-Fratelli d'Italia sarebbe infatti vincente per tutti i sondaggisti. Schifani spiega: «Così sarebbe garantita la rappresentanza ma anche la governabilità». Mara Carfagna sottolinea: «Noi abbiamo le idee chiare. Il Pd, invece, ha da solo depositato 9 proposte». In ogni caso il Cavaliere, in attesa della sentenza di Strasburgo che potrebbe riabilitarlo, non ha alcuna fretta di andare al voto. Fretta che invece ha Salvini che sulla legge elettorale fa spallucce: l'importante è votare il prima possibile. Il Carroccio, di base, fa il tifo per il Mattarellum, sistema ampiamente maggioritario, iniziale proposta del Pd renziano. Anche a Salvini, come a Berlusconi, non piace il premio alla lista che lo costringerebbe a un abbraccio con scarso amore; ma, a differenza di Berlusconi, il vero timore di Salvini è quello di un risultato dove non vince nessuno. A quel punto si spianerebbe la strada alle larghe intese che escluderebbero le forza populiste: Lega, Fratelli d'Italia e Movimento 5 Stelle. Un incubo per il Carroccio. E pure per la Meloni che scrive: «Pare che il Pd stia lavorando per il sistema tedesco. Visto che in Germania da oltre 10 anni ci sono governi di larghe intese è evidente dove voglia andare a parare Renzi».

I 5Stelle, invece, in questa fase si dicono disposti, con Di Battista, a trovare un accordo con Renzi: «Dispostissimo a trovare un accordo e dei correttivi per la governabilità, intervenendo leggermente sul premio di maggioranza e sulle soglie di sbarramento». Il loro obiettivo primario è il Legalicum, ossia l'estensione dell'Italicum corretto anche al Senato. Ma la fretta di andare al voto e la possibilità di sfidare Renzi alle urne e batterlo è molto forte.

Così, la tentazione è quella di andare alla trattativa col Pd per strappare un doppio turno nel quale, al ballottaggio, sarebbe sufficiente acchiappare un 37% per guadagnarsi il premio di maggioranza. Un accordo prima per poi sfidarsi dopo. Un duello all'ultimo voto.

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