In un'intervista che sarà pubblicata sul numero di luglio di Fortune Italia il leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi, si sofferma sui temi dell'attualità politica, a partire dalle sorti del governo Draghi: "Ha un compito fondamentale, quello di far uscire il Paese dalla peggiore crisi del dopoguerra. Lo abbiamo voluto per questo, sono stato io il primo a chiederlo, come soluzione eccezionale per tempi eccezionali. Deve finire il suo compito".
Per quanto riguarda il piano sanitario, osserva il Cavaliere, "la situazione va migliorando, grazie ad una campagna vaccinale che corrisponde a quella che noi avevamo proposto. Sul piano economico invece si vedono appena i primi timidissimi segni di ripresa e forse si tratta solo di quello che gli economisti definiscono un rimbalzo tecnico. In ogni caso il cammino per la ripartenza è ancora lungo. Dobbiamo utilizzare al meglio le risorse del Recovery plan, risorse che abbiamo ottenuto ad un livello elevato grazie all'impegno mio e dell'onorevole Tajani nei confronti dei nostri colleghi del Partito popolare europeo".
Parole di apprezzamento, dal leader di Forza Italia, nei confronti del Quirinale: "Io ho sempre avuto un atteggiamento di rispetto istituzionale verso il capo dello Stato, come è doveroso al di là di ogni questione politica. Posso dire che il presidente Mattarella incarna al meglio il ruolo di autorevole garante delle istituzioni democratiche che gli assegna la Costituzione. Lo fa con la sapienza del giurista e la sensibilità dell'uomo delle istituzioni".
Per quanto riguarda la coalizione del centrodestra, che ha fatto nascere con l'ormai famosa discesa in campo del 1994, Berlusconi non ha alcun dubbio: la strada da perseguire è il partito unico. "Nelle democrazie mature di tipo anglosassone, le idee del centro e della destra democratica sono espresse da un solo partito, come i Repubblicani negli Stati Uniti o i Conservatori nel Regno Unito. Un partito nel quale convivono anime diverse e dove vi è una virtuosa competizione interna. Io credo - spiega - che non sia un sogno quello di realizzare un partito simile anche in Italia. È il mio obiettivo finale, al quale penso fin dal 1994 e che oggi può finalmente trovare compimento".
"La pandemia ha cambiato molte cose ed è necessario che il sistema della rappresentanza politica si adegui al cambiamento. Noi possiamo farlo - lo dico innanzitutto proprio a Matteo Salvini e a Giorgia Meloni - riorganizzando la nostra metà campo, quella del centro-destra, in termini europei e occidentali". "Il giorno lontano nel quale dovessi lasciare la politica vorrei aver realizzato proprio questo: un grande partito del centro-destra unito, in competizione con un centro-sinistra che a sua volta avesse trovato un assetto stabile. Quindi due forze politiche in grado di confrontarsi con rispetto reciproco, in condizioni di serenità, stabilità e sicurezza democratica.
Perché questo avvenga bisogna naturalmente che nel nostro centro-destra vi sia una forte anima liberale, cristiana, europeista, garantista. Quella rappresentata da Forza Italia, la cui funzione non verrà mai meno".
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