Berlusconi vede la riscossa, gli alleati gli tendono la mano e Forza Italia continua a fare da calamita. Il Cavaliere, forte dei sondaggi e ottimista sull'esito della sentenza di Strasburgo, continua a lavorare al programma e a motivare i suoi. Oggi, per esempio, potrebbe addirittura fare un blitz a Pietrasanta, in provincia di Lucca, per partecipare alla kermesse «Ripartiamo Italia». Il convegno è tutto incentrato sul fisco e ha l'obiettivo di valorizzare i tanti amministratori locali azzurri. Padrone di casa è il sindaco di Pietrasanta Massimo Mallegni a cui Berlusconi è particolarmente legato perché vittima di un caso di malagiustizia. Ci saranno anche Marcello Fiori, coordinatore degli enti locali di Forza Italia, Stefano Mugnai (coordinatore azzurro della Toscana), Marco Stella, vice presidente del consiglio regionale della Toscana, e altri sindaci provenienti da tutta Italia. Il Cavaliere, personalmente o attraverso un messaggio, parlerà di fisco, di imprese, del suo «albero delle libertà» e della «riscossa» che partirà proprio dalla rossa Toscana. Gli azzurri hanno conquistato Pietrasanta ma anche Arezzo, Grosseto e Montevarchi. Ora ci sono le elezioni a Lucca e l'ex premier sente che, nonostante il Pd in zona abbia capillarmente occupato le casematte del potere, gli azzurri potranno battere la sinistra. Sempre che il centrodestra si presenti unito e coeso.
L'unità dell'alleanza è un altro tema che sta molto a cuore a Berlusconi. Su questo fronte gli ultimi sondaggi confermano quelli sul tavolo di Arcore. Una fresca rilevazione di Index Research dice che il M5s comincia a calare; che il centrodestra unito sarebbe vincente con il 30,5%; che Forza Italia è in continua crescita (si attesta al 13,2%); che gli azzurri sono sopra alla Lega di circa un punto percentuale (12,4%). Insomma, il Carroccio non sfrutta l'onda Marine Le Pen che, di fatto, non c'è stata. Anche Salvini ne è consapevole tanto che i toni usati nei confronti dell'ex premier sono particolarmente soft in questi giorni. «Riavvicinamento al Cavaliere? Ma io e lui non ci siamo mai allontanati...», giura il leader del Carroccio. Il quale sa bene che non tutto il partito lo segue su posizioni radicalmente lepeniste, non ultimo lo sfidante alla segreteria, Gianni Fava. Anche Giorgia Meloni tende la mano: «Ho sempre parlato di sovranismo di governo. Spero che Berlusconi voglia stare nella nostra metà campo, perché credo alla sintesi. Possono stare insieme populismo e popolarismo. Ma nello stesso tempo ribadisco la necessità della clausola anti-inciucio».
Insomma, Berlusconi resta centrale. Tanto da fare da calamita a molti esponenti centristi che ora ribussano ai cancelli di Arcore. Ultimo caso è quello dell'Ncd Massimo Cassano. L'attuale sottosegretario al Lavoro pugliese, tuttavia, ha provocato un putiferio in Forza Italia.
Non s'è dimesso, fa campagna elettorale per Michele Emiliano, ha chiesto di fare il vicecoordinatore azzurro in Puglia. «Il partito non è un taxi», si sono lamentati i forzisti pugliesi, sempre rimasti leali a Berlusconi. Risultato: Cassano resta dov'è.
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